Il termovalorizzatore di Parma entrerà in funzione molto presto, probabilmente entro la fine del mese di gennaio. La giunta comunale, guidata dal grillino Federico Pizzarotti, deve così fare i conti con la realtà delle scelte amministrative, dopo la sbornia delle demagogiche promesse elettorali. Il Tribunale del Riesame, infatti, ha respinto la richiesta dell’amministrazione comunale per l’archiviazione definitiva dell’impianto e ha sollecitato la sua apertura: non è dannoso alla salute dei cittadini, come certificato dalle perizie degli esperti. Una sonora sconfitta del Movimento 5 Stelle che aveva fatto dell’inceneritore la sua bandiera in campagna elettorale, fino alla falsa promessa di Beppe Grillo: “Passeranno sui nostri corpi” erano state le parole del comico.
L’episodio di Parma conferma che un conto è fare promesse facili e demagogiche durante la campagna elettorale, e altra cosa è governare una città con la sua domanda di servizi di pubblica utilità. L’impianto di Parma serve alla popolazione, non è invasivo e non presenta alcun pericolo: da qui la decisione della magistratura di aprirlo. Con un dettaglio, in termini di sprechi, che va sottolineato. L’Iren, la società che gestisce l’impianto, ha deciso di affidare la perizia finale a ben tre tecnici pagando parcelle per 55mila euro. Non ne bastava uno?
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