E’ arrivata la gomma da masticare biodegradabile. Non si attacca agli abiti o al marciapiedi, diventa polvere in pochi minuti, non inquina il terreno e il mare. Costa un euro e cinquanta centesimi a pacchetto, e si produce in Messico, attraverso il lavoro di 56 cooperative che riuniscono 2mila agricoltori. Si tratta di una doppia buona notizia. Da un lato, infatti, viene introdotto sul mercato un prodotto di largo consumo che non produce danni all’ambiente, dall’altro versante si offre un’opportunita’ a una larga comunita’ di contadini che lavorano la terra in un paese ancora con un alto tasso di poverta’.
Ma bastera’ un’invenzione da agricoltura moderna per contenere i danni che, ogni giorno, facciamo anche solo per distrazione, con piccoli gesti? Gia’, perche’ la gomma da masticare nella sua pochezza dimostra quanti guasti si possono provocare con i comportamenti dell’uomo prepotente e irresponsabile di fronte al delicato equilibrio della natura. Pensate: servono cinque anni per eliminare una gomma da masticare finita nel mare. E soltanto nell’Oceano Pacifico sono state contate 100 milioni di tonnellate di rifiuti, che nell’80 per cento dei casi, arrivano dalla terraferma. Immondizia. Infilata dalle mani dell’uomo con una sconcertante frequenza, tanto che gli scienziati hanno definito il fenomeno Pacific Trash Vortex, il vortice della spazzatura che distrugge fauna e flora marina. Non va meglio nelle strade, dove le gomme da masticare prima di incollarsi sotto le suole delle nostre scarpe, sporcano ogni angolo dei marciapiedi. In Gran Bretagna e’ stato calcolato che per ripulire la centralissima Oxford Street a Londra dalle tracce delle gomme sputate dai cittadini servono ben17 settimane. Dunque, e’ impossibile.
Vedremo se e come la gomma biodegradabile ci aiutera’ a essere meno spreconi, meno dissipatori di luoghi e atmosfere. Magari diventera’ un fenomeno di moda, uno status symbol dei consumi da “green economy”. Intanto, proviamo a fare attenzione quando usciamo di casa e ricordiamoci del danno che possiamo provocare, innanzitutto a noi stessi, con un semplice atto di incivilta’.
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