Lampedusa, il giorno della tragedia Noi litighiamo, gli immigrati muoiono

Oggi è il giorno della tragedia. Un cadavere dopo l’altro, donne e bambini, almeno 300 nordafricani inghiottiti dal mare, dopo il naufragio di un barcone di 13 metri sul quale erano imbarcati nel tentativo disperato di raggiungere le coste italiane. Erano partiti dalla Libia, in questa sorta di esodo biblico che purtroppo sembra appena iniziato. […]

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Oggi è il giorno della tragedia. Un cadavere dopo l’altro, donne e bambini, almeno 300 nordafricani inghiottiti dal mare, dopo il naufragio di un barcone di 13 metri sul quale erano imbarcati nel tentativo disperato di raggiungere le coste italiane. Erano partiti dalla Libia, in questa sorta di esodo biblico che purtroppo sembra appena iniziato. Oggi è il giorno degli immigrati, del loro lutto che  rende piccole, e perfino infami, le nostre tante polemiche di questi giorni. I trattati scritti sulla sabbia con la Tunisia, i vertici protocollari con la Francia, l’abdicazione dell’Europa, l’emergenza umanitaria che tutti invocano e tutti provano a scansare, la rabbia ringhiosa della Lega in Italia: tutto perde di significato, di peso, di fronte a una morte così assurda. Oggi è il giorno degli ultimi, che hanno sperato per qualche ora di arrivare tra i primi. Ed è un giorno che nella sua tristezza ci richiama all’unico gesto dignitoso: non abbandonarli.

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