Al rettore dell’università Suor Orsola Benincasa di Napoli, Luciano D’Alessandro, le lauree honoris causa piacciono tanto. Ne distribuisce a grappoli, sempre guidato dalla bussola del clamore mediatico: da Carlo Petrini ad Alberto Angela. L’ultimo colpo il pirotecnico rettore napoletano lo ha fatto assegnando una laurea honoris causa in Scienze dell’educazione degli adulti e della formazione continua (?) allo chef Alfonso Iaccarino. Nessuno nega che Iaccarino sia un bravo cuoco e anche uno scaltro imprenditore, visto il successo che ha avuto il suo ristorante Don Alfonso, a Sant’Agata dei due Golfi. Ma da qui a una laurea honoris causa c’è un abisso. E i conti non tornano.
Lo stesso Iaccarino ha spesso censurato la sovraesposizione, specie in tv, dei suoi colleghi, che si trasformano da cuochi in esperti del nulla e in marionette televisive. E anche questa laurea fa parte della stessa deriva che vede gli chef, caso unico in Italia, trasformarsi in filosofi, maestri di vita, scrittori e intellettuali a gettoni. Con l’aggravante, nel caso di Iaccarino, che si lancia un pessimo segnale agli studenti, confondendo ila gerarchia dei loro riferimenti accademici che dovrebbe essere molto rigorosa. L’unica attenuante è che si tratta di una laurea in un corso universitario che non si capisce bene cosa insegna e innanzitutto a cosa serve. Uno spreco che si somma a quello di una laurea honoris causa assegnata senza un vero, giustificato motivo.
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Fonte immagine di copertina: Il Mattino
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