L’emancipazione femminile passa per il lavoro, in Afghanistan arrivano i taxi rosa

Grazie alla collaborazione di un’associazione no profit italiana a Kabul 80 donne afgane prenderanno la patente e alcune di loro lavoreranno in una start up che garantirà il servizio taxi in città. L’iniziativa fa parte del progetto “Sono una donna e voglio lavorare”

CONDIZIONE FEMMINILE NEL MONDO ISLAMICO

TAXI ROSA KABUL –

Le donne al volante non godono di grande fama anche se ormai i vecchi adagi che le vorrebbero meno capaci degli uomini quando si tratta di portare la macchina sono del tutto decaduti. Autiste di autobus o tram, camioniste o tassiste ormai queste professioni si stanno tingendo sempre di più di rosa e non solo in Italia. A Kabul, in Afghanistan, qualche mese fa il Consiglio degli anziani della città ha ammorbidito le proprie posizioni sul lavoro femminile e ha acconsentito, su iniziativa dell’associazione no profit italiana Nove Onlus, alla nascita di una start up di servizio taxi tutta al femminile.

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LAVORO FEMMINILE NEL MONDO ARABO –

Il progetto, che ha raccolto la collaborazione anche del ministero del Lavoro e degli affari sociali afghano, raccoglie anche altre iniziative sotto l’esplicito titolo “Sono una donna e voglio lavorare”. L’associazione italiana, infatti, è presente nel Paese da due anni e nonostante una situazione che non è delle più sicure organizza corsi di informatica, di cucina professionale e di inglese per promuovere l’emancipazione femminile attraverso l’istruzione e il lavoro. Come nelle altre iniziative anche per il taxi rosa sono stati pensati dei corsi preparatori, così ben 80 donne avranno la possibilità di prendere la patente e alcune di loro lavoreranno per le strade di Kabul. Per il primo anno le ragazze saranno affiancate e le spese per l’acquisto della auto e del carburante saranno pagate dall’associazione.

CONDIZIONE FEMMINILE NEL MONDO ISLAMICO –

In paesi come l’Afghanistan per le donne spostarsi è davvero difficilissimo. Se non accompagnate, non possono salire da sole sulle vetture guidate da uomini, taxi o autobus che spesso sono anche molto costosi. La prima ad aprire una breccia in questo senso è stata Sara Bahayi, che a 38 anni è diventata la prima taxista afgana. Gesti che in Occidente sono considerati piuttosto semplici come decidere di intraprendere un nuovo lavoro, in Afghanistan sono una vera e propria rivoluzione gentile. Basti pensare che il regime talebano che governa una parte del Paese ha privato le donne di ogni diritto, permettendo discriminazione e spesso violenza.

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