LETTURA VELOCE
Provate a fare una ricerca su Google: Lettura veloce. Avrete oltre 20 milioni di risultati. Se poi andate alla ricerca della versione inglese e globale dello stesso obiettivo, speed reading, i risultati diventano 533 milioni. Benvenuti nel regno delle illusioni. In un circo, apparentemente magico, in realtà velenoso, dove si spreca una delle attività più importanti per la formazione di uomini e donne, e per il nostro piacere individuale: la lettura.
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TECNICHE DI LETTURA VELOCE
Internet, gigantesco frullatore di opportunità e illusioni, verità e bugie, tutto mescolato in questo micidiale cocktail di contatti, ha fatto come sempre il suo mestiere. Benissimo. E ha messo sul tavolo una piccola fabbrica di app e programmi (ovviamente c’è sempre un prezzo da pagare e nulla è gratis di fatto per gli utenti) che aiutano a divorare i libri, ma anche film e serie tv, passando così, in un lampo tecnologico, dalla lettura veloce alla visione veloce. Un esempio: Spritz è un sistema ormai disponibile in venti lingue, anche l’italiano, che consente, caricando una delle applicazioni proposte, di leggere qualsiasi libro a una velocità supersonica, anche 500-1.000 parole al minuto. Il meccanismo è diventato talmente virale nel popolo della Rete, cioè tutti noi, che adesso si usa, in gergo, il termine, spritzare, proprio per indicare questo nuovo incantesimo dell’illusionismo tecnologico che consente di ingoiare i libri con il cervello, più che leggerli. Inutile dire che l’alta velocità della lettura, più scorrevole di quella ferroviaria, la potete introdurre sui binari di una qualsiasi protesi elettronica, sullo smartphone come sul cellulare, dallo schermo di un pc come da un tablet.
Dove sta la fregatura? La domanda è corretta, anche dal punto di vista lessicale. La fretta, tanto più se è eccessiva, deriva dal latino fregare, e dunque come ci avvisava già Seneca, ci frega. In senso letterale. In questo caso possiamo anche leggere Anna Karenina o La Certosa di Parma, cito due meravigliosi classici della letteratura sui quali si sono formate intere generazioni, in poche ore, rincorrendo un record da Guinnes dei primati. Ma non avremo capito un accidente di questi capolavori, avremo sprecato il tempo dedicato alla lettura veloce e l’occasione di godere per il piacere di un libro che poi nella vita, in un modo o nell’altro, non si dimentica.
PER APPROFONDIRE: Così la fretta, che deriva dal latino fregare, ci frega. Il racconto in questo libro che spiega tutto
LETTURA RAPIDA
La tecnologia può fare tutti i miracoli che vuole, ma poi a un certo punto deve fermarsi di fronte a chi il miracolo lo rappresenta a priori e per definizione: la Natura. Secondo la quale il nostro cervello ha una sua cronologia di funzionamento che non è simultanea e ha bisogno del tempo necessario per metabolizzare ciò che apprende. In parole povere: di un libro letto a tutta velocità potremo anche assorbire la trama, la storia, il finale, potremo leggerlo per sommi capi, senza il tempo necessario, ma non ne coglieremo mai e poi mail il senso, il significato. Ciò che quel libro davvero rappresenta e contiene. La lettura rapida non funziona e secondo uno studio della University of California, leggere troppo velocemente impedisce di comprendere davvero un testo.Lo scorriamo con lo sguardo, ma senza capirlo. Con la lettura veloce, non c’è possibilità di tornare indietro con l’occhio e approfondire qualcosa che non ci è troppo chiaro e abbiamo bisogno di capire.
Questa banalissima verità, che qualsiasi persona fornita di buon senso può cogliere senza consultare trattati di Medicina, spiega i motivi per i quali diverse ricerche scientifiche hanno provato, inutilmente, a smontare il teorema della lettura veloce uguale lettura lenta. L’Università della California, per esempio, in uno studio molto approfondito ha dimostrato che non c’è modo, alcun modo, di avere la stessa comprensione di un testo moltiplicando la velocità di lettura. Ci sono pezzi che perdi per strada con questa fretta-fregatura, questa bulimia di lettura. E sono pezzi fondamentali in quanto riguardano la stessa comprensione del testo. Diventate super veloci nella lettura, ma non state leggendo. State facendo altro, e in particolare una cosa del tutto inutile. Non a caso, solo il 10 per cento del tempo di lettura è dedicato allo spostamento delle pupille, il resto si consuma tutto nell’attività del cervello.
I cultori del progresso tecnologico, senza se e senza ma, senza mai essere turbati da qualche dubbio, potrebbero obiettare: ma siamo nell’era della velocità e del multitasking, e quindi anche i consumi culturali devono adeguarsi a questo cambiamento. Fino a un certo punto. Non è detto che, di fronte all’avanzata della domotica per i nostri impianti di riscaldamento, dobbiamo rinunciare all’uso del fuoco per riscaldarci durante una gita all’aria aperta ad alta quota e con basse temperature. I ragazzi sono multitasking, le nuove generazioni lo saranno ancora di più, ma la lettura, quella vera, che forma e che genera piacere e apprendimento trasversale, a tutto campo, non può ridursi a una pioggia di sguardi scheggiati su uno schermo. C’è bisogno di tempo, e non di frammenti di tempo, e anche di fisicità, quando è indispensabile, con il contatto materiale con la carta di un libro, da assaporare, se lo merita, con il necessario percorso di assorbimento.
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VELOCITÀ DI LETTURA
La lettura veloce grazie alle app ed a qualche altra diavoleria tecnologica è una bufala. E distrugge ciò che serve veramente per leggere in modo veloce, senza perdere per strada il senso di un testo: l’allenamento. Benedetto Croce leggeva anche testi di filosofia a una velocità folgorante, quasi sfogliando le pagine in alcuni casi. Il suo cervello fotografava le pagine, e quindi aveva il tempo di assimilarle e consentirne la comprensione. Ma innanzitutto Benedetto Croce era un genio, e poi ha passato tutta la sua vita ad allenarsi a una sola cosa: la lettura.
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