LIBRI E BAMBINI –
In un’epoca dominata dalla rete, dai supporti elettronici, dai kindle/ebook/smartphone/tablet viene da chiedersi se leggere un libro ai bambini (e trasmettere loro il piacere della lettura) sia un qualcosa di vintage, un’esperienza dal sapore retrò, e soprattutto se la cosa abbia ancora un senso. Lo abbiamo chiesto ad Anselmo Roveda, editor della rivista Andersen, che ha dissipato ogni nostro possibile dubbio.
L’INTERVISTA: Il Bibliomotocarro a Borgofuturo
“Qualche tempo fa la scrittrice Maria Teresa Andruetto in un’intervista diceva: «Se c’è qualcosa che la letteratura ci insegna con forza è a farci delle domande. Non a darci risposta. Un romanzo, un racconto, un poema ci obbliga a domande, ci pone di fronte alla possibilità di interrogare noi stessi, non importa se bambini, ragazzi o adulti. Ci interroga intorno a ciò che siamo, a ciò che facciamo, in mille modi e in modo differente per ogni lettore. Se l’arte ha qualcosa, è la capacità di metterci a dimora nell’incertezza».
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Sottoscrivo volentieri, aggiungendo che non è un’incertezza che disorienta. Al contrario, deve essere un’incertezza capace di metterci nella disponibilità di molteplici punti di vista, anche lontani dal nostro.
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Sgomberato il campo da qualche equivoco, se proprio si deve parlare di funzioni del libro per ragazzi se ne possono individuare diverse. (Sfortunatamente però molti adulti, non solo sprovveduti o senza voce in capitolo, attribuiscono al libro per bambini “funzioni” assai vicine a quella travisata idea di pedagogia che qui sarà bene chiamare per quel che è ovvero addomesticamento dell’infanzia).
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LIBRI E BAMBINI PRIMA FORMAZIONE DEL LETTORE –
Veniamo allora alle funzioni possibili della letteratura, pure per bambini.
- L’incontro con i buoni libri, lo suggerisce Aidan Chambers in Siamo quello che leggiamo, consente di ampliare l’esperienza e la conoscenza del mondo;
- Favorisce la crescita personale e interiore;
- Facilita l’apprendimento della lingua;
- Intrattiene piacevolmente;
- Favorisce lo sviluppo emotivo;
- Insegna regole;
- Sviluppa l’immaginazione;
- Sfida le nostre convinzioni ed eventualmente ci cambia in profondità;
- Consente di entrare in contatto empatico con altre esperienze umane senza patirne le conseguenze (pensate a un lutto o all’innamoramento, pensate alla possibilità di incontrarli sulla pagina scritta, di “viverli” condividendo le emozioni dei personaggi, di farne tesoro per raffrontare e rafforzare le nostre emozioni);
- Consente, infine, di sperimentare le più diverse soluzioni ai problemi della vita per verificarne gli esiti prima di affrontarli nella realtà.
- Infine (anche solo rimanendo nei territori del puro intrattenimento) ci può fare lottare con un drago a sette teste comodamente adagiati in poltrona o attraversare un varco spazio-temporale sdraiati nel nostro letto. Insomma, anche senza bisogno – per fortuna! – di intenzionalità pedagogica da parte degli autori la lettura di un libro ci conduce a fare esperienze dal forte ricaduto educativo ed evolutivo. Differenti e significative per ogni lettore.
Per chi ha bambini, ha una biblioteca o fa l’insegnante e vuol essere aggiornato su pubblicazioni di qualità consigliamo l’abbonamento alla rivista Andersen.
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