Libri, ecco gli editori amici delle foreste

La "Classifica Salvaforeste" di Greenpeace promuove a pieni voti 17 aziende. Giudizio positivo per altre 80 realtà, mentre per una trentina c'è molto da lavorare

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Leggere è uno dei gesti semplici che permette di rendere più piacevole la vita, tenendo in allenamento la mente e lo spirito. Ma vi siete mai chiesti quale sia l’impatto ambientale dei libri, soprattutto in termini di alberi abbattuti per ricavare la carta? Per darvi un’idea è sufficiente fare riferimento alla “Classifica Salvaforeste” di Greenpeace, presentata durante il recente Salone del Libro di Torino con risultati in chiaroscuro. La graduatoria stilata dall’organizzazione ambientalista si è basata sulle risposte date dalle diverse case editrici a un questionario riguardante la materia prima da loro utilizzata:un’iniziativa che in questi anni è stata un ottimo strumento di pressione e sensibilizzazione e ha spinto il 60% della produzione editoriale italiana a realizzare un controllo scrupoloso sulla propria filiera. Greenpeace ha anche creato il progetto “Amici delle Foreste”, che racchiude gli scrittori e le aziende editoriali che utilizzano carta con almeno il 50% di fibre riciclate e la restante parte in fibra vergine certificata Forest Stewardship Council (FSC), un parametro internazionale che garantisce la provenienza da foreste dove sono stati rispettati rigorosi standard ambientali, economici e sociali.

Ebbene, secondo la classifica 2013, solo 17 case editrici rispettano appieno tali parametri e sono state così totalmente “promosse” perché col loro comportamento creano un circolo virtuoso sul mercato aumentando la richiesta di carta riciclata e riducendo il consumo energetico e le emissioni di CO2. La situazione non è però così tragica, visto che Greenpeace dà un giudizio positivo anche su un’altra ottantina di realtà, che utilizzano prevalentemente carta certificata FSC e sono solo invitate a fare un ulteriore salto di qualità aumentando la percentuale di fibre riciclate. Note dolenti invece per 3 editori che, pur rispondendo al questionario, adoperano carta “a rischio” e censura totale per quelle 26 aziende che nonostante i ripetuti inviti di Greenpeace hanno deciso di non aderire all’iniziativa di trasparenza verso l’ambiente e verso i lettori.

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