Linee guida dell’Ue per un’economia sostenibile

Consumare meno risorse del Pianeta, come acqua, energia, aria e suolo, per diventare più competitivi sul fronte economico ma anche più “amici dell’ambiente”. È questo il messaggio che arriva dalle linee guida della road map appena lanciata dalla Commissione Ue, per trasformare l’economia europea in una economia sostenibile per il 2050. «La crescita verde – […]

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Consumare meno risorse del Pianeta, come acqua, energia, aria e suolo, per diventare più competitivi sul fronte economico ma anche più “amici dell’ambiente”. È questo il messaggio che arriva dalle linee guida della road map appena lanciata dalla Commissione Ue, per trasformare l’economia europea in una economia sostenibile per il 2050.

«La crescita verde – ha affermato il commissario Ue all’Ambiente, Janez Potocnik – è il solo futuro sostenibile per l’ Europa e per il mondo. I settori dell’industria e dell’ambiente devono collaborare perché nel lungo termine hanno gli stessi interessi».

Secondo i dati riferiti dal Bruxelles, attualmente ogni cittadino dell’Ue consuma 16 tonnellate di materiali l’anno. Di queste, sei tonnellate diventano spazzatura, che per metà finiscono nelle discariche. La domanda globale di cibo, mangimi e fibre potrebbe aumentare del 70% per il 2050, ma il 60% dei principali ecosistemi del Pianeta che aiutano a produrre queste risorse sono già stati degradati o sono sovrasfruttati.

Le parole chiave per un uso efficiente delle risorse sono quindi ridurre, riusare, riciclare, sostituire e risparmiare. Questo significa impiegare nuovi materiali, materiali più leggeri, rinnovabili e riciclati, cambiando anche abitudini e stili di vita.

Quali le aree prioritarie di intervento individuate da Bruxelles? Settore alimentare e sprechi di cibo; edilizia e costruzioni; trasporti e mobilità. L’efficienza in questi tre settori insieme, per la Commissione Ue, è di vitale importanza, visto che da soli producono oltre due terzi degli impatti ambientali delle attività economiche.

Il 17% delle emissioni dirette di gas serra dell’Ue arriva dal comparto cibi e bevande e il 28% dall’uso dei materiali. Uno sforzo combinato di agricoltori, industria alimentare, dettaglianti e consumatori, tramite tecniche di produzione efficienti, scelte di cibo sostenibile e riduzione degli sprechi di cibo, secondo Bruxelles potrebbe migliorare l’efficienza delle risorse e la sicurezza alimentare a livello globale.

Nel settore dell’edilizia, costruire e impiegare meglio gli edifici nell’Ue comporterebbe un taglio del 42% dei nostri consumi finali di energia, di circa il 35% delle emissioni Ue di gas serra e di oltre il 50% di materiali, per non parlare del risparmio di acqua.

Altro settore chiave è quello dei trasporti, che deve puntare su servizi efficienti e moderni, sia per i passeggeri che per le merci, non solo per debellare traffico e smog, ma anche a vantaggio dell’ambiente.

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