Come evitare le liti in famiglia a Natale

I fronti caldi delle liti natalizie. Cogliete l’occasione, invece, per riscoprire gentilezza, conversazione, sobrietà. E aspettative semplici

liti in famiglia a natale

A Natale non arrivano soltanto regali e grandi abbuffate in allegra compagnia. Purtroppo, è anche uno dei momenti a più alto rischio di tensione, e di scontro, specie in famiglia. Ovviamente non esiste una ricetta per evitare il pericolo di sprecare una festa così particolare, e forse bisognerebbe partire da un punto di vista opposto rispetto all’approccio tradizionale. Per non litigare, quando il pericolo è realmente dietro l’angolo, la prima cosa da fare è depotenziare il Natale. Non considerarlo «un momento unico», se non per i bambini, e restituirlo alla sua dimensione di festa con grande valore spirituale. Basterà a cavarsela?

COME EVITARE LITI IN FAMIGLIA A NATALE

Ci sono lo stress da pesanti curve di lavoro prima della lunga pausa natalizia; la fatica di organizzare pranzi, cene e rituali vari; la malinconia di un tempo, il fine d’anno, che incorpora bilanci, talvolta deludenti sul piano sentimentale e affettivo. La rissa, lo spreco di momenti unici e vitali, di gioia e di unione, è dietro l’angolo nel delicatissimo periodo delle feste natalizie. Allora, calma e sangue freddo, e godetevi il piacere della compagnia dei vostri amori e dell’intimità dei vostri silenzi di riflessione, magari anche spirituale.

Quante volte ho visto e sentito di pranzi e cene, sotto l’albero, scivolati nella catastrofe dolorosa di uno scontro in famiglia. Con un genitore con il quale i figli devono regolare i conti di una vita, con un fratello o una sorella che si fa fatica a considerare complice e non nemico, con la moglie (o il marito) alla quale saltano i nervi dopo un anno di stress familiari. Sono scene che rasentano la commedia, non certo a lieto fine, immortalate da un testo attualissimo di Eduardo: Sabato, domenica e lunedì. Dove tutto il veleno del rito.

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COME NON LITIGARE A NATALE

Dobbiamo tenerlo presente questo rischio quando appare ancora in embrione, e dobbiamo fare il possibile per evitare che le feste di Natale, sprecandolole nel buio del litigio, si trasformino in una ricorrenza tutta da dimenticare e perfino da evitare visti i precedenti. Una deriva orribile, considerando anche il valore spirituale di questo appuntamento che evoca amore, amicizia, voglia di stare insieme, di essere e di fare comunità. Sentimenti veri, e non finti come il pacchetto del regalo che abbiamo dovuto fare per dovere, per disciplina, o perfino per ruffianeria.

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PERCHÉ SI LITIGA IN FAMIGLIA?

Sopravvivere al Natale. Sembra facile, immergersi nel magico incantesimo delle Feste consacrate alla famiglia, al mito della serenità nel tempo dell’inquietudine, all’energia vitale della coppia che intanto scoppia. E invece proprio a Natale, sotto l’albero, arriva puntuale la valanga dei potenziali conflitti, una miscela esplosiva che se non viene disinnescata in tempo, rischia di farci attraversare le sottile linea di demarcazione tra l’amore e l’odio, la striscia di sabbia scolpita nel libro Le Braci di Sàndor Màrai. In America lo chiamano il Divorce day, il giorno del divorzio, il primo lunedì lavorativo dell’anno, quando gli studi degli avvocati matrimonialisti sono sommersi da telefonate che iniziano con questa confessione: «Dopo le vacanze abbiamo deciso di separarci…». E anche in Italia, dove ormai separazioni e matrimoni si equivalgono, i giorni più caldi per avviare le pratiche conseguenti alla rottura sono quelli del dopo Feste di Natale.

giochi da fare a natale con i bambini

LITIGI TRA PARENTI

Ma quali sono i fronti più rischiosi per i potenziali conflitti? E come si dribblano? Guardiamoci intorno, e non è difficile scoprire l’eclissi della famiglia Mulino Bianco, che ormai esiste solo negli spot televisivi. Mentre nella realtà facciamo i conti, a Natale più che mai, con famiglie allargate, sconnesse, sull’orlo di una crisi di nervi. Famiglie pronte a esplodere. Una miccia latente, per esempio, riguarda l’educazione dei figli, dove il meccanismo della complicità e anche della distinzione dei ruoli, entra in rotta di collisione con l’agenda dei desideri. Il padre li asseconda, magari solo per quieto vivere, e la madre li censura. Lui cede alla domanda dell’ultimo modello di smartphone, lei lo accusa di viziare i figli. Una soluzione da ricetta dei miracoli non c’è, ma certo può essere utile un accordo preventivo, un gioco di coppia già definito a tavolino, prima dell’assalto finale con il conto delle richieste. E, sempre a proposito di regali, la sobrietà, almeno come buona intenzione, è di grande attualità, perché lo shopping logora, anche l’equilibrio della coppia, quando sembra destinato a dilatarsi all’infinito.

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Natale, in teoria, è un momento di raccoglimento. Una pausa spirituale, per chi ha il dono della fede. Ma, ecco l’agguato dello scontro dietro l’angolo, tutto si complica quando bisogna organizzare pranzi e cene di più famiglie (la propria e quella di origine) e sciropparsi a tavola, seduta al proprio fianco, la suocera che abbiamo sempre detestato, le vacanze di marca esotica, il Capodanno indimenticabile, i regali senza dimenticare nessuno. A quel punto si paga pegno: il tempo dell’amore, sesso compreso, si riduce a vantaggio del cibo, della frivolezza, di affanni inutili. Si gonfia il dubbio luciferino (Faccio sempre tutto io…), che durante l’anno riusciamo a mandare in letargo, scatta il riflesso condizionato del sentirsi trascurati (Non ti occupi di me…), viene a scadenza, come una cambiale, la velenosa convinzione di avere, nella vita di coppia, mille ragioni e zero torti. Che fare? Provate ad abbassare toni e aspettative del Natale, e riscoprite vecchi antidoti per una buona vita insieme: la gentilezza, il piacere di corteggiare, lo scambio di parole elementari come “grazie”, “scusa”, “prego”.

COME SI FA A SMETTERE DI LITIGARE?

Poi a Natale ci sono i fantasmi. Compaiono e scompaiono come le lucette a intermittenza dell’albero. La relazione parallela, anche l’altro o l’altra hanno le loro aspettative, il tiro incrociato di scocciatori e intrusi di professione, i colleghi di lavoro, i parenti lontani mai visti durante l’anno, gli ex amici che ribussano alle nostre porte. Una varia umanità, da trattare con delicatezza, come in un presepe, quando ciascun pastore viene piazzato al suo posto. E alla fine, più o meno, il quadretto regge. Anche qui: fate affidamento sul buonsenso, non affastellate, come gli ingredienti di un panettone, rapporti che per loro natura vanno tenuti distinti e distanti. Non sopravvalutate la vostra capacità di riuscire sempre a tenere tutto legato: i giorni di Natale sono i più rischiosi per chi si è iscritto alla prova di una vita spericolata.

Infine, attenzione alla frase fatale: A gennaio mi procuro un avvocato. Può essere il punto di non ritorno, la deriva fatale di una coppia che ha esaurito la sua spinta propulsiva. Ricordate che il Natale è un rito, religiosissimo e laicissimo, con tutte le sue sfumature, tra le quali non deve mai mancare una buona dose di sana leggerezza. E siate pazienti e tolleranti, in fondo le Buone Feste passano in fretta.

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