Livelux di Alessandro Martini, l’artigiano fiorentino che crea punti luce a basso consumo dai rifiuti

La vaschetta di alluminio per la cucina diventa la base di una lampada che aumenta l’intensità della luce. La lattina di birra che si trasforma in una lampada a forma di cilindro. Un riciclo immediato e durevole

COME RICICLARE MATERIALI RECUPERATI DALL’IMMONDIZIA

LIVELUX

«Il riciclo che io propongo con la mia idea è assolutamente immediato, durevole nel tempo, creativo, e produce una potenziale e reale riduzione e ottimizzazione dei consumi energetici in tutte le case e in tutti gli ambienti»: così Alessandro Martini, artigiano fiorentino che si occupa da più di 20 anni di illuminazione con la società Livelux, racconta la sua scommessa imprenditoriale sotto il segno del Non sprecare.

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COME RICICLARE MATERIALI RECUPERATI DALL’IMMONDIZIA

Alla domanda come ottimizzare la luce, Livelux ha risposto mediante l’utilizzo di oggetti che giornalmente vengono gettati nella spazzatura.

Un esempio può essere quello di ritagliare una base a forma di fiore da una vaschetta di alluminio da cucina riciclata, che sovrapposta e incollata a un cartoncino leggero, permette di aumentare la luce prodotta dalla lampada verso il basso, evitando che la luce si disperda in alto, grazie alla parte riflettente dell’alluminio stesso. La potenza che si ottiene dall’utilizzo di tale oggetto annesso ad una lampada da 7w può essere paragonata dunque alla potenza di una lampada da 10w LED. Inoltre muovendo i petali che abbiamo creato è possibile dirigere la luce esattamente dove serve o ci piace.

Un altro esempio consiste nel prendere una lattina e tagliare le due estremità, per ottenere un morbido cilindro metallico. Successivamente bisogna effettuare due tagli per tutta la lunghezza del cilindro ottenendo due mezzi cilindri con una parte convessa riflettente (interno della lattina). Al centro si crea poi un foro di 3 cm circa (corrisponde alla grandezza di un tappo comune da bottiglia di acqua di plastica) per una lampadina E14, mentre di 4 cm per le lampade E27. Questi fori possono essere anche irregolari e imprecisi, purché l’attacco della lampadina vi possa passare molto agevolmente. In questo caso si è costruito una parabola che raccoglie la luce dispersa della lampada e la concentra in basso, se la lampada è rivolta in basso, altrimenti in alto, se essa è rivolta in alto o comunque in direzione della parte terminale della lampada. Anche in questo caso abbiamo un riciclo di materiale che non andrà in discarica, bensì otteniamo una lampada con un più basso rendimento che ci permette di risparmiare il costo della  lampadina stessa e dell’energia.

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Detto ciò dobbiamo prestare un po’ di attenzione nell’osservare le fonti di luce che ci circondano, cercando di capire se quella che stiamo sfruttando è ben indirizzata sull’oggetto in uso, sul piano di lavoro. E bisogna comunque cercare di evitare lo spreco della luce che in quel determinato momento potrebbe invece non servire.

Il progetto è in concorso per l’edizione 2018 del Premio Non Sprecare. Per conoscere il bando e partecipare vai qui!

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