LUniversita’ tiene famiglia. Ecco i cognomi piu’ diffusi tra i prof

Era il migliore, l’abbiamo fregato”. Settembre 2005, Paolo Rizzon, ordinario di Cardiologia a Bari parla al telefono con un collega pisano. Il migliore era Eugenio Picano, ma gli avevano fatto perdere il concorso perché doveva vincere un raccomandato. Oggi è cambiato qualcosa? A Bologna Alessandra Ruggeri, laurea in Odontoiatria, è docente di Anatomia. Il padre […]

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Era il migliore, l’abbiamo fregato”. Settembre 2005, Paolo Rizzon, ordinario di Cardiologia a Bari parla al telefono con un collega pisano. Il migliore era Eugenio Picano, ma gli avevano fatto perdere il concorso perché doveva vincere un raccomandato. Oggi è cambiato qualcosa? A Bologna Alessandra Ruggeri, laurea in Odontoiatria, è docente di Anatomia. Il padre Alessandro è ordinario nella stessa facoltà. A Foggia Alessandro Muscio (laurea in Economia), figlio dell’ex rettore Antonio, è ricercatore ad Agraria. Eccezioni? O piuttosto la regola?

Un cervello italiano “emigrato all’estero” ha studiato un sistema per rintracciare quanto nepotismo è diffuso nelle università italiane, tra gli oltre 61. 000 docenti diffusi in 84 atenei. Stefano Allesina è ricercatore all’Università di Chicago ed è andato là per evitare che qualche ministro italiano potesse limitare i fondi per il suo lavoro. La ricerca di Allesina si intitola “Misurare il nepotismo tramite i cognomi condivisi: il caso dell’Accademia italiana” e dimostra scientificamente che nelle università del Sud il fenomeno è più diffuso che in quelle del Nord, e che le facoltà con la più alta diffusione di nepotismo sono Medicina, Ingegneria industriale, Giurisprudenza, Agraria. Ciò significa che non è un elenco esaustivo dei casi (impossibile rintracciare madre-figlio con questo sistema per esempio). Ma è un inizio e oggi Allesina fa i nomi.

Ci può spiegare in che modo ha svolto la sua ricerca?
Ho controllato se il numero di cognomi in ogni disciplina fosse compatibile con l’assenza di nepotismo, calcolando anche il fatto che limitatamente alle zone geografiche ci siano maggiori probabilità di riscontrare gli stessi cognomi. L’analisi matematica ha dimostrato come la probabilità di assunzioni regolari sia molto bassa in alcune discipline. In particolare, Ingegneria Industriale, Legge, Medicina, Geografia, Pedagogia, Agraria e Ingegneria Civile hanno una probabilità di assunzioni regolari minore di 1 su 1000.

Ma il cognome Rossi, per esempio, è molto diffuso in Italia e non è detto che due professori di nome Rossi siano parenti.
Infatti, quello che tanti hanno frainteso è che questo metodo non assume che due persone con lo stesso cognome siano parenti, e che il metodo tiene pienamente conto del fatto che alcuni cognomi siano diffusi e altri rari, e io ho evitato i cognomi troppo diffusi. Quindi, tante delle critiche che ho letto sui giornali non reggono dal punto di vista statistico. Ho scelto un metodo semplice e robusto proprio perché in questo modo i risultati sono incontrovertibili.

Un esempio?
Mentre assumere i propri figli tipicamente riduce la diversità dei cognomi, ci sono altri casi di nepotismo che non influenzano il numero di cognomi. Assumere mogli e mariti, nipoti, amanti non ha alcun effetto sulla distribuzione dei cognomi. Quindi, il mio metodo sottostima grandemente il fenomeno. Dato che anche senza tutti questi casi i miei risultati svelano un nepotismo diffuso, il fenomeno è davvero dilagante. Nelle università del Sud la probabilità di trovare lo stesso cognome in tante facoltà aumenta in maniera fortissima.

Gli interventi legislativi del ministro Gelmini metteranno un freno a questa pratica?
I baroni non sono stupidi. Se si tiene conto della prospettiva storica, tante riforme si sono succedute, senza che nella pratica niente cambiasse. Le misure draconiane recentemente introdotte secondo me non avranno un grande effetto. Semplicemente, il figlio di A sarà assunto nel dipartimento di B, mentre quello di B nel dipartimento di A. Il mio studio potrebbe essere ripetuto tra 5-10 anni per vedere se la situazione è migliorata o se, come sospetto, non ci saranno grandi differenze. Da matematico ecologo, io tendo a pensare in termini di sistemi. Quindi, perché non dare i soldi direttamente ai dipartimenti più valorosi scientificamente? Se in un sistema assumere un buon professore significa un vantaggio per il dipartimento mentre assumerne uno scarso comporta delle perdite, allora i dipartimenti si impegneranno a cercare di assumere buoni professori, invece del nipote. Adesso, invece, comunque vada paga sempre lo Stato, per cui non ci sono vantaggi né svantaggi ad assumere i raccomandati.

Che cosa voleva dimostrare con questa ricerca?
Quando parlo con colleghi italiani di questo argomento, ognuno mi racconta di un paio di casi di nepotismo di cui ha avuto esperienza diretta.

Ma quanti casi ci sono in totale?
Tutti conoscono gli stessi casi, oppure sono tutti casi diversi, e quindi il nepotismo è dilagante? La retorica dei rettori e dei vari ministri è sempre stata quella delle “poche mele marce”. La mia ricerca voleva misurare quante mele marce ci siano effettivamente. I risultati dimostrano che i casi sono tanti e che alcune discipline sono più coinvolte di altre in queste pratiche.

Professor Allesina, è sicuro che non potrebbe esserci più di un genio in una famiglia?
A nessuno verrebbe in mente di dire che i tre docenti Prodi non siano professionalmente bravissimi. Certamente. Nel campo della scienza, per esempio la famiglia Joliot-Curie, ha dato un forte contributo all’incremento delle conoscenze fisiche e chimiche. Addirittura ebbe ben quattro suoi componenti insigniti del premio Nobel per la Fisica e la Chimica. E certo nessuno può fare le bucce a docenti importanti come i tre fratelli Prodi. Insomma, ci sono eccezioni, ma restano tali.

 

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