Una comunità autogestita e appassionata, a tutela della Val di Fiemme, dove niente è di nessuno e tutto di tutti, in particolare i boschi e le foreste, che vengono gestite in modo assembleare, deliberando gli interventi necessari per la tutela di più di 20mila ettari di bosco: tagli di legname e rimboschimenti, viabilità forestale, ma anche e soprattutto la promozione e la valorizzazione di un territorio tra i più belli della zona Dolomitica.
MAGNIFICA COMUNITÀ DI FIEMME
Un ente pubblico che funziona, con organi dirigenti, consigli e collegi dei revisori, un organigramma e uno statuto e con una forte impronta etica, le cui origini si perdono addirittura nel Medioevo. I primi passi della Magnifica Comunità di Fiemme iniziano nel 1111, documentati dai Patti Gebardini, carteggi oggi conservati nel meraviglioso palazzo rinascimentale che la ospita dal 1850 nel pieno centro di Cavalese, una manciata di chilometri da Trento. Una delle tante “assemblee dei vicini” di origine lombarda, una vicinia, dunque. Termine che, storicamente, In ambiti rurali potremmo assimilare all’’odierna amministrazione comunale. Una forma di società urbana, che prevedeva processi decisionali aperti a tutti i villani, cioè gli abitanti di un villaggio. Era consuetudine ritenere “vicini” gli abitanti originari di una località, a cui si contrapponevano i forestieri.
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FORESTA AUTOGESTITA VAL DI FIEMME
Questa straordinaria forma di partecipazione ai beni comuni, in Val di Fiemme, valle dolomitica situata in Trentino e una minima parte in Alto Adige e in Sudtirol, gestisce un esteso patrimonio arboreo, in cui predomina il famoso, e antichissimo, abete rosso (Picea excelsis), comprendendo i comuni di Moena, Predazzo, Ziano, Panchià, Tesero, Cavalese, Varena, Daiano, Carano, Castello-Molina e Trodena. In questi territori le foreste sono uno dei principali volani dell’economia, nonché uno degli aspetti caratteristici della comunità, Una ricchezza incommensurabile, che necessita di una gestione sostenibile e responsabile. Foreste e boschi che, negli anni, sono stati messi a rischio da alluvioni, frane e tempeste. L’ultima, in ordine di tempo, è la Tempesta Vaia, che nel 2018 sradicò milioni di alberi. “La montagna può essere fragile davanti ai cambiamenti climatici – si legge nel portale della Magnifica Comunità di Fiemme -per questo dobbiamo impegnarci nella salvaguardia del territorio, garantendo in questo modo la protezione dai pericoli naturali, come frane e valanghe, preservando inoltre la bellezza del paesaggio e la sua biodiversità”.
Un impegno concreto, soprattutto per la ricostruzione e il risanamento dei boschi distrutti, che ha portato la Val di Fiemme a ricevere, nel 1997,prima in Italia, la certificazione FSC – Forest Stewardship Council, che certifica la gestione del patrimonio forestale secondo elevati standard ambientali, sociali ed economici, ottenendo un riconoscimento a livello nazionale e internazionale dell’origine sostenibile del legno di abete rosso e bianco, di larice, di pino silvestre e cembro. Un’economia a km 0: dai boschi alla segheria di Ziano di Fiemme, che produce tavole e semilavorati per i mobilifici, a livello industriale o artigianale per la vendita al dettaglio.
(Immagini in evidenza e a corredo del testo tratte dal portale della Magnifica Comunità di Fiemme)
STORIE DI ALBERI, BOSCHI E FORESTE:
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