Lavorare 110 ore a settimana. Senza mai fermarsi. Andare a letto alle 3 di notte per rientrare in ufficio alle 8 del mattino. Essere sottoposti ogni giorno a pressioni psicologiche per portare a casa risultati sempre più elevati. È quanto accade alla Goldman Sachs, una delle più grandi banche d’affari del mondo che proprio in questi giorni ha lanciato la sua linea di prodotti finanziari “sostenibili”.
MALTRATTAMENTO LAVORATORI GOLDMAN SACHS
Se non di semplice greenwashing, siamo in presenza di un caso evidente di doppia linea. All’esterno ci si presenta con le carte in regola, come un’azienda moderna e lungimirante, allineata alla tendenza corrente di cavalcare l’onda della sostenibilità. A qualsiasi livello, anche attraverso nuovi strumenti finanziari.
Poi all’interno il gioco diventa sporco. E vero, non più solo marketing, in quanto si misura sulla pelle delle persone. E si scopre un modo trattare i lavoratori da parte dei dirigenti di Goldman al confine dello schiavismo. Eppure il lavoro, con il rispetto della sua dignità e delle condizioni che lo regolano nel mondo normale, è uno dei 17 obiettivi dello sviluppo sostenibile secondo l’agenda dell’Onu.
SCANDALO SCHIAVISMO LAVORATORI GOLDMAN SACHS
Lo scandalo sul maltrattamento dei lavoratori della Goldman, che possiamo immaginare sia analogo in tutte le grandi banche d’affari internazionali, è nato grazie alla denuncia di un gruppo di neolaureati assunti recentemente dalla banca.
Secondo quanto emerge da un sondaggio realizzato con i nuovi assunti, il 77 per cento di loro denuncia “una vita di lavoro fatta di abusi“, con diverse forme di pressioni psicologiche e veri e propri maltrattamenti. Pur di evitare questo clima da schiavismo del XXI secolo, i lavoratori della Goldman chiedono di accorciare la settimana lavorativa a “solo” 80 ore. Comunque un’enormità.
GREENWASHING GOLDMAN SACHS
Mentre venivano fuori gli abusi denunciati dai dipendenti, i dirigenti della banca d’affari presentavano in pompa magna la prima obbligazione del programma di emissioni Goldman Sachs Vanilla Sustainability Benchmark riservata a investitori istituzionali per 800 milioni di dollari. Un modo molto furbo per cavalcare l’onda della sostenibilità, da primi della classe, e grazie a questa mossa per spingere sui profitti che nel 2020, l’anno orribile della pandemia, sono stati pari a 9,4 miliardi di dollari.
Per carità: fare utili e profitti è il mestiere dei banchieri, ma è insopportabile pensare di aumentarli con la furbizia della sostenibilità a due facce. Quella buona per l’opinione pubblica e gli investitori esterni. E quella truce e violenta per i poveri dipendenti interni.
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Photo credit immagine di copertina: rarrarorro / Shutterstock.com
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