La mammografia può salvare la vita, specie nel caso di tumori alla mammella, alla cervice, al colon-retto. Eppure, troppe donne mostrano ancora un significativo scetticismo, misto a ignoranza, rispetto all’uso e alla funzione di questo strumento. Secondo un’indagine condotta da Europa Donna Italia, in collaborazione con Swg e con il supporto dell’Osservatorio Nazionale Screening (ONS), il 30 per cento delle donne dichiarano di non avere mai fatto una mammografia.
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Che cos’è
L’esame ha avuto un’importante evoluzione negli ultimi anni, migliorando sensibilmente le performance, i tempi di esecuzione e lo stesso valore dell’indagine. Il metodo più diffuso è quello delle radiazioni ionizzanti, che consentono di individuare lesioni mammarie, tra le quali ci possono essere quelle di origine tumorale. Queste si presentano con opacità nodulari a margini irregolari, e la mammografia, esaminando forma e struttura della ghiandola mammaria, è in grado di rilevare anche lesioni di piccole dimensioni.
Quando farla
La prima mammografia, anche in assenza di sintomi significativi, va fatta attorno ai 40 anni. Soltanto in presenza di una significativa familiarità di tumori al seno, e d’accordo con il medico curante, si può pensare di anticipare la mammografia attorno ai 30-35 anni. Un motivo dirimente che induce alla mammografia è quando, palpando la mammella, si avverte la presenza di un nodulo. In seguito, la mammografia va ripetuta ogni anno, senza alcun limite temporale legato all’età.
Importanza della diagnosi precoce
La mammografia consente una diagnosi precoce di alcuni tumori, a partire da quello alla mammella. La stragrande maggioranza dei carcinomi mammari, diagnosticati in fase preclinica, si risolve con una completa guarigione. Al contrario, una diagnosi in fase avanzata rende tutto più complicato, e le possibilità di cure efficaci e di guarigione crollano.
La mammografia è dolorosa?
La mammografia non è dolorosa, dura pochi minuti, e non ha bisogno né di sedazioni né di anestesia. La mammella viene posizionata su un piano apposito (il detettore) e poi compressa tramite una piastra di plastica (il compressore). La compressione ha due vantaggi: consente di ridurre la massa della mammella da diagnosticare e garantisce l’immobilità del seno, una condizione essenziale per arrivare a immagini di alta qualità. La quantità di raggi X utilizzati per una mammografia è molto bassa, non comporta rischi per la salute, anche in occasione delle ripetizioni periodiche dell’esame.
Mammografia con tomosintesi
Una tecnica più recente è la mammografia con tomosintesi. Uno studio stratigrafico della mammella consente di limitare al minimo i problemi causati dalla sovrapposizione dei tessuti, che possono sorgere con la mammografia classica. La sensibilità diagnostica della mammografia con tomosintesi, rispetto alla classica, aumenta del 30-40 per cento.
Preparazione
Non esiste una preparazione specifica, né attraverso farmaci né con la dieta, per la mammografia. Le uniche raccomandazioni riguardano un particolare periodo della donna e l’uso di prodotti della cosmetica. In caso di mestruazioni, la mammografia va eseguita, se possibile, nella prima metà del ciclo e non dopo. È preferibile evitare l’uso di creme, deodoranti, talco e creme, in occasione della mammografia: potrebbero interferire con le radiazioni della diagnosi.
La mammografia è gratuita?
Il Servizio sanitario nazionale consente la mammografia gratuita a tutte le donne tra i 50 e i 69 anni di età, l’età nella quale la diagnosi precoce è decisiva. La gratuità è estesa a un controllo biennale. Alcune regioni hanno deciso di anticipare la possibilità della mammografia gratuita all’età di 45 anni. Il problema è legato alle interminabili liste d’attesa che costringono molte persone a ricorrere alla mammografia a pagamento, in strutture private. Quanto costa una mammografia? In teoria non dovrebbe costare più di 200 euro, ma in alcuni centri privati si chiede anche il doppio.
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Foto di cottonbro studio via Pexels
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