Effetto coronavirus, raddoppiate le mance ai rider. Siamo diventati più generosi con i fattorini-ciclisti

In America è nata perfino una piattaforma che raccoglie e distribuisce le mance per drink e pranzi consumati in casa. Come se fossimo a ristorante. Sono iscritti 75mila lavoratori

mance ai rider

La corsa alle mance, un altro effetto positivo della pandemia Covid-19. È come se il coronavirus, quasi in modo istintivo, abbia fatto emergere il lato oscuro, e talvolta represso, della nostra generosità. Specie nei confronti dei più deboli. Come per esempio i rider, i fattorini-ciclisti, che sono preziosi in periodo di quarantena per fare arrivare nelle nostre case qualsiasi cibo. E darci la sensazione di essere stati serviti come al ristorante.

MANCE AI RIDER

Ricordate? Più di una volta i comitati del rider hanno accusato gli italiani di taccagneria: spendono centinaia di euro per i sofisticati piatti della cucina sushi e poi non lasciano neanche un euro di mancia. Si è arrivati perfino al punto di mettere alla gogna, con un metodo molto discutibile, personaggi popolari, come la coppia Fedez-Ferragni, accusati di avere il braccino corto con i rider. Ed esposti così al pubblico ludibrio della lista nera pubblicata su Facebook dal collettivo “Deliverance Milano”. Ora tutto questo sembra acqua passata, e l’aumento delle mance ai rider, e non solo, è calcolato attorno al 99 per cento.

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MANCE AI FATTORINI

Il fenomeno è molto osservato, specie in America, dove la mancia è considerata un’abitudine, uno stile, una consuetudine. Qualcosa alla quale non si può rinunciare, in ogni caso. E quando si è diffusa la cattiva abitudine da parte di alcuni ristoratori di vietare le mance nei loro locali, allora i sondaggi hanno tirato fuori il punto di vista dei cittadini. E si è scoperto che l’81 per cento degli americani risultano assolutamente favorevoli alla mancia e nettamente contrari alla messa al bando di uno strumento che spesso consente di bilanciare stipendi davvero miseri. L’Italia, con altri paesi come la Germania e la Cina, appartiene al gruppo delle nazioni dove le mance sono molto facoltative. Forse troppo. E anzi, che lavora a contatto con i clienti è spesso avvertito: «Non ti aspettare mance».

Quanto durerà questo cambiamento? Per quanto tempo riusciremo a dare mance con maggiore generosità? Michael Norton, professore ad Harvard, nel corso di un’intervista alla BBC sull’argomento, ha avanzato un’ipotesi ispirata all’ottimismo: «Sono piccoli gesti che dimostrano come sia molto aumentata la percezione della povertà. C’è più consapevolezza, e questa, con i tempi durissimi che ci aspettano, andrà crescendo e consolidandosi…».

LA PIATTAFORMA AMERICANA PER LA MANCIA VIRTUALE

Intanto, per cavalcare l’onda delle mance in America è nata la piattaforma Service Infdustry.Tips alla quale sono iscritti 75mila lavoratori che si sono già divisi 1230mila mance. Funziona in un modo molto semplice: dopo mangiato, o dopo un aperitivo, in casa, ci si sente come al ristorante, e allora si va sul sito e si procede con la donazione della «mancia virtuale». Che poi diventa reale.

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