Marchi della moda che ancora sfruttano gli animali

Sono sette: da Antonio Marras a Fendi. Quelli che invece hanno scelto la strada fur-freee, senza pellicce ricavate dagli animali

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Il made in Italy, nella fascia del lusso, è sempre un’eccellenza dell’industria dell’abbigliamento. Molto apprezzata sui mercati stranieri, dove la creatività degli stilisti italiani è riconosciuta e pagata a prezzi molto alti. Ma i nostri stilisti, e non solo loro, continuano a coltivare qualche vizietto molto poco sostenibile. Per esempio, l’acquisto di capi di abbigliamento e la lavorazione in aree del mondo dove non esistono né regole né tutele per i lavoratori. Oppure l’uso di pellicce animali per le loro linee. Secondo un’indagine a campione della LAV, tra i brand che partecipano alle sfilate della moda a Milano, ben sette continuano a produrre pellicce di animali. E precisamente si tratta di:

  • Fendi
  • Philipp Plein
  • Antonio Marras
  • Calcaterra
  • The Attico,
  • Francesca Liberatore
  • Husky

Hanno invece aderito alla scelta di produrre fur-free, ovvero senza utilizzare pellicce di animali come ermellini, visoni, visoni, conigli, scoiattoli, zibellini, i seguenti brand della moda:

  • Ralph Lauren
  • Tommy Hilfinger
  • Coach
  • Chanel
  • Comme des Garçons
  • Vivienne Westwood
  • Hugo Boss
  • Mickael Kors e Jimmy Choo
  • Burberry
  • Balenciaga
  • Alexander McQueen.

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