Un miliardo. È questo il numero di mascherine usa e getta che, ogni mese, finiscono nei rifiuti, quando va bene in discarica. Basta dare un’occhiata agli angoli delle strade delle nostre città ma anche nei parchi e persino sulle spiagge per notare ovunque mascherine chirurgiche o del tipo FFP2 e FFP3 gettate a terra. Un rischio per la nostra salute, un enorme danno ambientale e un problema complesso: le mascherine, attualmente, non sono un prodotto riciclabile. In base alle indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità, mascherine e guanti monouso, una volta terminato il loro uso, devono essere riposti in un sacchetto e smaltiti nei rifiuti indifferenziati.
MASCHERINE BIODEGRADABILI
C’è però una piccola azienda artigiana a conduzione familiare di Lentate sul Seveso, in provincia di Monza e della Brianza, che ha deciso di fornire il proprio contributo alla lotta al coronavirus, pensando anche allo smaltimento dei dispositivi di protezione, sviluppando mascherine biodegradabili. Si tratta di D3CO e si è fatta conoscere nel mondo per i suoi divani e mobili di altissima qualità realizzati con materiali ecosostenibili e certificati, senza l’utilizzo di plastica.
Un’azienda lungimirante D3CO: a marzo, durante la fase più critica dell’emergenza sanitaria ha riconvertito la sua attività per produrre mascherine in cotone naturale, lavabili e quindi riutilizzabili ma soprattutto biodegradabili. In un momento in cui in Italia vi era una forte carenza di dispositivi di protezione, la D3CO non ha perso tempo e ha deciso di riattivare le macchine da cucire e produrre mascherine riutilizzabili da fornire a operatori sanitari, forze dell’ordine, persone in difficoltà e a tutti coloro che ne avevano necessità.
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MASCHERINE LAVABILI E BIODEGRADABILI
Le mascherine D3CO-AIR sono dotate di un filtro in cotone naturale pressato, lavabile e riutilizzabile più volte, fino a 20 lavaggi. Unica concessione, come spiega l’azienda sul proprio portale online, è la presenza della fascia elastica da riciclare separatamente rispetto alla mascherina.
Le mascherine vengono vendute in confezioni da cinque e, per ogni pacchetto acquistato, uno viene donato in beneficenza. Sono disponibili sia per adulti che per bambini e anche nel formato “famiglia” composto da cinque maschere, tre per adulti e due per bambini.
Per candidare i vostri progetti, seguite le istruzioni fornite qui.
I PROGETTI IN CONCORSO PER IL PREMIO NON SPRECARE 2020:
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- Spegni sostenibile, così i mozziconi diventano energia pulita. Biogas e biometano
- Orti scolastici, il progetto per fare il primo censimento in Italia
- Pietra di scarto, il pomodoro a chilometro zero prodotto nella terra confiscata ai mafiosi
- PizzAut, la pizzeria gestita da ragazzi autistici. Niente fretta, e alta qualità
- Quid, donne fragili che riciclano tessuti. Con un marchio da oltre 3 milioni di fatturato
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