La storia di Mattia sembra una storia come tante: un ragazzo, giovane, appassionato di natura e campagna, al punto di farne una scelta di vita. Eppure, ha qualcosa di rivoluzionario, nella sua semplicità. Perché, nel 2020, scegliere una vita senza tecnologia, con il minimo impatto ambientale, dedicandosi all’orto e ai suoi animali da cortile, sembra immediatamente stridere.
LEGGI ANCHE: Trento, a ventiquattro anni lascia il posto fisso per fare l’agricoltore
STILE DI VITA SOSTENIBILE
Eppure, quando raggiungiamo Mattia telefonicamente, ci racconta che non cambierebbe mai il suo stile di vita, faticosamente conquistato in anni di impegno, perché, giura, la tranquillità e la felicità che è riuscito a raggiungere non ha prezzo. Quelli che paiono sacrifici, per lui sono passaggi necessari. Che, a suo dire, servirebbero a salvare il pianeta: una vita più lenta, meno impattante, dove il contatto umano e interpersonale sia ancora al primo posto. E, soprattutto, una dimensione più raccolta dei luoghi, lontani dalla confusione, il disordine e le giungle urbane che sono diventate le grandi città. E, in fondo, è questo che si dovrebbe cogliere della storia biografica di Mattia, l’inclinazione a una vita più autentica, e meno impattante.
Mattia Gaetano, modenese del 1985, oggi vive a Batres, piccolo comune di 1432 abitanti, appartenente al parco nazionale della Sierra de Guadarrama nei pressi del fiume omonimo, e ci racconta una vita diversa, fatta di alberi da frutto, galline, capponi e 80 metri quadrati di orto che gli forniscono frutta, verdura e carne per tutto l’anno. Ciò che non può coltivare,per motivi di tempo, o di spazio, lo acquista da produttori vicini, o dai parenti in Italia, preferendo non incentivare gli acquisti nei grandi magazzini, altamente eco-impattanti. Si muove a piedi il più possibile, ed è molto attento alla produzione di rifiuti, scegliendo sempre contenitori lavabili e riutilizzabili. Tenendosi ben distante dalla tecnologia e dai social, che utilizza soltanto per lavoro, e anche dalla televisione. La sua giornata si divide tra il lavoro, un figlio, l’orto e gli animali da cortile. Il tempo che resta, Mattia lo dedica alla natura e alla paternità.
PER APPROFONDIRE:Rosie e Dan: basta a casa e posto fisso, adesso viaggiano in camper con i figli
VITA SOSTENIBILE IN UN PICCOLO PAESE
La scelta di Mattia non è nata per caso, e non è un capriccio new-age. Sin da adolescente, a Modena, preferisce l’orto e la campagna alla discoteca, come fosse un bisogno: mentre i suoi coetanei vanno a divertirsi, lui indossa abiti da lavoro e si dedica alla cura di piante e alberi. Così come non è un caso la scelta del suo lavoro: tecnico ambientale, la figura che si occupa della valutazione dei rischi ambientali di un’attività e del suo impatto sull’ambiente. Fino a quando decide di voltare pagina, unendo la sua grande passione per l’ambiente al volontariato, che a Modena porta avanti impegnandosi in vari progetti con ragazzi e ragazze disabili. Un modulo compilato, qualche scartoffia burocratica, e via, approdando a Palencia grazie a un progetto di volontariato europeo di sviluppo rurale. Lì si dedica a varie mansioni, dal bibliotecario all’agricoltore, imparando sempre di più ad apprezzare una vita a misura d’uomo. L’emigrazione, si sa, va dai piccoli paesi alle grandi città, con il rischio che piccoli paesi e villaggi rimangano spopolati. La gente che vi resta sono persone anziane o comunque con meno opportunità, e quindi, come ci confida, ciò che gli sarebbe piaciuto fare, in questi dieci mesi di servizio di volontariato, era andare ad aiutare la gente in un contesto piccolo.
L’amore, poi, fa il resto. Una bella storia d’amore con una ragazza spagnola da cui nasce un figlio, e la vita a Madrid per lavoro. Una città caotica, grande, disordinata, molto lontana dall’idea di cittadina e vita che Mattia desidera, sognando sempre di spostarsi, per lasciare a suo figlio un insegnamento importante. Come, per esempio, a non inquinare e a non gettare le cartacce per terra. Cosa che fa ancora oggi, dedicandosi con amore a insegnargli la sostenibilità, preferendo, ad esempio, evitare la televisione o gli spostamenti in auto.
Pur se con qualche contraddizione: tagliare del tutto con internet e i social per Mattia, che adesso è titolare di un’agenzia di affitti di appartamenti turistici, non è possibile. Ma ha fermamente deciso, nel suo privato, di non vivere il virtuale, scegliendo di dedicarsi al contatto materiale con le persone, a una vita autentica. Apparentemente meno affascinante, di sicuro, ma che, come ci assicura, gli garantisce tranquillità e felicità.
STORIE DI SCELTE DI VITA:
- Antonio, 28 anni, una vita tra i campi di lenticchie: dopo il terremoto ne ha fatto un lavoro
- Agricoltura di montagna, la storia di Silvia che ci crede e ha creato un’azienda di qualità
- Agitu, la ragazza delle capre: dall’Etiopia al Trentino per allevarle. Sfidando il razzismo
- Da Treviso a Capo Nord in Panda a quaranta gradi sotto zero: l’impresa di Jacopo Tonon
- Lui architetto da 13 anni, lei esperta di comunicazione. Insieme vendono passatelli con un camioncino. Ma è giusto?
Vuoi conoscere una selezione delle nostre notizie?
- Iscriviti alla nostra Newsletter cliccando qui;
- Siamo anche su Google News, attiva la stella per inserirci tra le fonti preferite;
- Seguici su Facebook, Instagram e Pinterest.