Secondo l’accordo collettivo nazionale, firmato con il ministero della Salute e pubblicato sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità, non ci sono dubbi: il medico di base è tenuto a fare le visite a domicilio, gratuitamente, ai suoi assistiti. Purché ci sia la richiesta del paziente e le sue condizioni gli impediscano di raggiungere l’ambulatorio. L’accordo prevede in modo chiaro che il paziente debba essere “”non trasferibile”.
Quanto all’orario della visita, deve avvenire in giornata se è stata richiesta entro le 10 del mattino; altrimenti, se viene richiesta nelle ore successive, va fatta entro le 12 del giorno dopo. Nei casi urgenti, invece, il medico di base deve visitare il paziente il più presto possibile. Se si tratta di una situazione giudicata complessa o grave, e sotto sua responsabilità, il medico di base potrebbe chiedere a chi ha fatto la telefonata di chiamare un’ambulanza, per evitare perdite di tempo che rischierebbero di diventare fatali.
Cosa succede nel fine settimana? Nella giornata di sabato, il medico di base non è tenuto a svolgere attività ambulatoriale, ma è obbligato a eseguire le visite domiciliari richieste entro le ore dieci dello stesso giorno, nonché‚ quelle eventualmente non ancora effettuate, richieste dopo le ore dieci del venerdì. Il medico che non fa la vista domiciliare rischia, come è capitato in alcune sentenze confermate in Cassazione, di essere condannato per il reato di Rifiuto di atti d’ufficio.
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