Il Mediterraneo è sempre più caldo, quasi bollente. Non è un allarme delle ultimissime ore, ma una tendenza che si sta consolidando ormai da mesi e da anni, con conseguenze devastanti. Sull’ecosistema, sugli abitanti dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo, sui rischi perfino idrogeologici. Sullo spreco di un ambiente e di un territorio, marino e non, che in questo modo diventano sempre meno sostenibili.
MEDITERRANEO SEMPRE PIÙ CALDO
Il Centro nazionale francese per le ricerche meteorologiche, con l’università di Tolosa, ha pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters uno studio molto accurato e approfondito sulle ondate di calore nel Mediterraneo negli ultimi 35 anni, fino al 2018. Ecco la conclusione: il Mediterraneo è sempre più minacciato da ondate di calore che arrivano anche in profondità (23,41 e 55 metri), e fanno aumentare la temperatura fino a due gradi in più rispetto alla media. Ovviamente, con questa temperatura coralli e spugne, per esempio, rischiano di fare una brutta fine, per effetto dello stress termico, una delle cause di mortalità nei mari.
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RISCALDAMENTO GLOBALE MAR MEDITERRANEO
La ricerca degli studiosi francesi non fa altro che confermare, in modo rigoroso e scientifico, quanto ormai è accertato da altri studi che si stanno sommando in diverse università: un calore delle acque del nostro mare sempre più alto e sempre più preoccupante. Siamo ormai a 1,4 gradi centigradi sopra i livelli registrati nell’epoca preindustriale, e siamo anche a un incremento superiore dell’0,4 per cento dell’aumento generale delle temperature del mondo. Per dirla in parole semplici: il mondo è sempre più caldo, ma il Mediterraneo lo è ancora di più, ed è il mare dove il surriscaldamento può fare più danni.
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RISCHI MEDITERRANEO SEMPRE PIÙ CALDO
Quali danni? Innanzitutto l’acidificazione delle acque che, a proposito di sostenibilità, mette in ginocchio la pesca se non quella selvaggia. Poi c’è l’aumento generale delle ondate di calore, con i veri effetti negativi. E ancora: l’aumento del livello del mare. Qui il rischio dall’ambiente si trasferisce direttamente sulle persone. Questo aumento, infatti, porta a maggiori possibilità di allagamenti sulle coste, dove vive la metà della popolazione italiana.
(Fonte: La 7 intrattenimento)
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