PANINO DA CASA NELLE MENSE SCOLASTICHE
Il panino in tribunale. Da cinque anni. Una battaglia senza pause, con un enorme spreco di tempo e di denaro pubblico, per decidere se le famiglie possano prevedere la possibilità di portare da casa i pasti scolastici per i loro figli. In nessun paese del mondo sviluppato si vede qualcosa del genere: Corte d’Appello, Cassazione, Tar, Consiglio di Stato, per non parlare di Parlamento, amministrazioni comunali, ministero dell’Istruzione, tutti impegnati in una crociata che sembra davvero non finire mai. E non finirà mai.
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PANINO A SCUOLA
Nel 2014 alcuni genitori di alunni di elementari e medie di Torino avviano una causa contro il comune di Torino e il ministero dell’Istruzione: vogliono le mani libere per l’alimentazione scolastica dei loro figli. La Corte d’Appello di Torino, due anni dopo, nel 2016, sdogana il panino fai-da-te lasciando tutti liberi di scegliere tra il servizio mensa offerto dalla scuola e pagato dalle famiglie con laute rette, e la colazione portata da casa. Ben 6mila famiglie torinesi, sulle complessive 30mila con figli iscritti nelle varie scuole dove esiste un servizio mensa, decidono di puntare sulla colazione portata da casa. Per evitare altri casi, e fermare un fenomeno di auto-organizzazione dei cittadini, il Parlamento prova a puntare i piedi con una legge, chiaramente anticostituzionale, che imponga il servizio della mensa scolastica. A tutti. Anche deputati e senatori altro non fanno che sprecare tempo, senza arrivare a nulla, su un tema così delicato per la vita delle famiglie e per la loro organizzazione. Allo stesso tempo il servizio delle mense scolastiche, spesso, troppo spesso, fa davvero schifo. Non solo: puzza di spreco e di appalti opachi. Come avviene per le famose siringhe negli ospedali, che da una Asl all’altra, nella stessa regione se non nella stessa provincia, possono anche raddoppiare.
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MENSA A SCUOLA OBBLIGATORIA
Come spiegare il fatto che il servizio mensa a Torino costa 7,10 euro al giorno ed a Perugia soltanto 2 euro? A Perugia, come a Catania dove siamo a quota 2,3 euro, forse le scuole avvelenano gli alunni? Invece di dare risposte concrete e chiare a queste domande ed ai fondati sospetti che dietro l’industria delle mense scolastiche ci sia una gigantesca onda anomala di sprechi, la battaglia del panino continua nei tribunali.
La Cassazione, sentenza del luglio 2019, smentisce la Corte d’Appello di Torino e dice no al panino da casa al posto della retta della mensa scolastica. Mentre Tar e Consiglio di Stato, con sentenze del 2018, danno torto al comune di Benevento che aveva vietato il consumo dei pasti portati da casa. Arrivederci alla prossima puntata.
LE SCUOLE CHE SI IMPEGNANO PER COMBATTERE GLI SPRECHI DI CIBO:
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- Il cibo non si spreca, ad Alba 300 famiglie ricevono cibo avanzato negli asili e in comune
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