Il metodo Miyawaki sta modificando l’organizzazione degli spazi urbani in chiave sostenibile, e sta mettendo radici anche in Italia. Si tratta di mini-foreste (tiny forest), pensate e progettate innanzitutto dal botanico giapponese Akira Miyawaki per creare degli ambienti urbani preziosi contro l’inquinamento e la crisi climatica.
Si tratta di piantare alberi a una distanza molto ravvicinata uno dall’altro, creando appunto l’effetto foresta: in poco tempo, grazie alla vicinanza così stretta delle piante, la capacità di assorbire CO2 aumenta del 30 per cento rispetto a un albero isolato. Le tiny forest, dopo i primi esperimenti in Giappone, si sono andate allargando a macchia d’olio in America, Gran Bretagna, Sud America, Francia, Spagna. E anche in Italia. Nel nostro Paese è nata l’associazione “Tiny Forest Italia”, specializzata nella creazione di queste piccole oasi di benessere ecologico, Un esempio arriva dal comune di Mortara, in provincia di Pavia, dove è stata realizzata la prima mini-foresta made in Italy: oltre 300 alberi piantati da bambini e adolescenti con la regia di botanici esperti. Una spinta importante arriva dalle università, come nel caso della Sapienza che ha realizzato ben sei tiny forest, due a Roma e le altre quattro a Caserta, Aversa, Vicenza e Lodi. Infine, il progetto più ambizioso: si chiama KilometroVerdeParma e prevede la piantumazione di 100mila alberi, in chiave di mini-foreste, entro il 2025. Le tiny forest ricordano molto da vicino la filosofia delle tiny house, che in diverse città, specie nel Nord Europa, stanno dando un contributo per affrontare in modo efficace la crisi degli alloggi.
L’immagine di copertina è tratta dalla pagina Facebook “Tiny Forest Italia”
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