MIGRANTI PASTICCERI –
La potenza della cucina è davvero incredibile. Con il cibo tutte le barriere, culturali e linguistiche, possono essere superate perché con un mestolo in mano anche chi viene da molto lontano può riscoprirsi a casa. Così 10 ospiti di due Sprar (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) di Roma sono stati coinvolti in una serie di lezioni di pasticceria. I migranti, provenienti da Iran, Iraq, Afghanistan, Mali, Gambia e Senegal, hanno evidenziato fragilità psicologica e disturbi alimentari e con questo laboratorio hanno potuto e potranno acquisire competenze professionali, stimolando un efficace processo terapeutico-riabilitativo.
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PROGETTI INTEGRAZIONE MIGRANTI –
Le lezioni fanno parte del progetto Migranti in FormAzione dell’associazione Nove Onlus svolto in collaborazione con la Cooperativa Sociale EtaBeta. “L’esperienza concreta ed emotiva del laboratorio – spiega Livia Maurizi, project manager di Nove Onlus – offrirà ai ragazzi un’occasione per impegnarsi e portare avanti un progetto individuale e di gruppo ed attivare possibili percorsi di inclusione socio-lavorativa ed autonomia”. Nata nell’ottobre 2016, l’iniziativa ha l’obiettivo di dare a migranti con queste difficoltà, gli strumenti per un’effettiva integrazione nella società. Per questa ragione, dopo una prima fase di formazione professionale ed orientamento al lavoro, ai “migranti pasticceri” che partecipano al laboratorio viene offerta la possibilità di svolgere tirocini in aziende disponibili all’inserimento lavorativo. Un’esigenza di integrazione che diventa sempre più stringente e che è necessario promuovere con tutti i mezzi a disposizione.
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