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Cos’è
La misofobia è una forma di ossessione per la pulizia e di eccessivo timore per la sporcizia. Una vera paura di qualsiasi contatto con lo sporco, che porta a una miriade di inutili precauzioni igieniche.La misofobia ha perfino i suoi sintomi con i quali si annuncia: ansia, sudorazione eccessiva, nervosismo cronico, battiti accellerati, nausea. Con il Covid-19 la misofobia ha trovato pane per i suoi denti. O meglio: terreno fertile per espandersi a vista d’occhio, amplificata da uno stuolo di esperti diffusori di paure compulsive. Un contributo essenziale è arrivato dai media, grandi distributori di paure, dagli esperti, compresi quelli dal bar dello sport e da tanti, improvvisati medici, virologi e infettivologi. Il danno è fatto, per chi già soffriva di disturbi ossessivo-compulsivi è stato, e rischia di essere sempre di più, un disastro. Ma tutti, proprio tutti, rischiamo di diventare più ansiosi. Sulla posta di redazione del nostro sito a volte arrivano domande surreali, scritte con la mano della misofobia. «Anche i pomodori devo lavarli con il sapone?». «Cambio la temperatura della lavatrice per togliere le macchie ai vestiti?». «Una persona, mentre camminavo, mi ha sfiorato con un braccio, e allora ho pensato di portare la giacca in lavanderia…». Una domenica, durante la Messa, mi sono guardato attorno e ho visto diverse donne inginocchiate, con le mani tra i capelli, come se rifiutassero qualsiasi contatto. Qualcosa non mi quadrava e, incuriosito, alla fine della celebrazione ho cercato di chiarire l’enigma. Bene: il sacerdote aveva avuto un paio di colpetti di tosse, e le pie donne avevano deciso di rinunciare alla comunione. Anche loro ormai colpite dalla misofobia. Per non parlare di guanti e mascherine. In giro se ne vedono troppe, dappertutto, anche quando non sono né utili né necessarie. Uno spreco assoluto. E una forma di protezione che non protegge nessuno. Inutile sgolarsi, inutile ripetere che per evitare qualsiasi rischio basta lavarsi spesso le mani e mantenere la distanza sociale: le persone che soffrono di misofobia non ascoltano ragioni. Non vogliono ascoltarle. E semmai i nostri inviti alla ragionevolezza possono avere un effetto opposto, e spingere il malato a comportamenti ancora più estremi.
La pulizia come ossessione
Chi soffre di misofobia rischia di sprecare la vita. Ha continui attacchi di panico. Non è mai rilassato. Si sente incompreso. Prova a sciogliere le sue ossessioni compulsive nel liquido di un generico perfezionismo. Non fa altro che rincorrere notizie su notizie: i morti, i contagiati, le nuove cure, i vaccini. E innanzitutto le brutte notizie, come i focolai che in qualche caso, e molto localmente, si riaccendono. La vita quotidiana così diventa un incubo, le relazioni umane appassiscono, e si arriva a cercare aiuto in un medico la cui prognosi di solito è molto triste.
Come si guarisce
Dalla misofobia non si guarisce facilmente, e spesso non si guarisce mai. Qualche sollievo arriva dai farmaci (per esempio antidepressivi triciclici) e ci sono medici che arrivano perfino a trattamenti molto invasivi, come piantare un elettrodo nel cranio. Forse servirebbe più prevenzione per un patologia che, nel lungo periodo, rischia di fare più danni dello stesso coronavirus.
Il significato della polvere
La polvere ha molti significati e non tutti riconducibili solo all’igiene domestica. indica il tempo che scorre, il decadimento, la vita che sfuma fino alla morte. Ma è anche il segno di un residuo della vita, e della nostra vitalità. Quindi, dobbiamo pulire ed eliminare la polvere, ma senza diventare ossessivi, accettando anche le contraddizioni che simboleggia.
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