Bancali e assi da ponte, grondaie e lamiere rese uniche dalle ossidazioni naturali Legni e metalli che il tempo, le intemperie, il vento e soprattutto l’acqua hanno trasformato lentamente in pezzi originali. Dal 2001, il laboratorio di design Algranti li raccoglie da aree industriali dismesse e dona loro nuova vita dopo averli puliti a fondo, stirati, levigati, verniciati.
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MOBILI DI DESIGN CON LEGNO E METALLO DI RECUPERO
La missione del laboratorio Algranti Lab è proprio questa: intervenire il meno possibile sui materiali recuperati, conservando la bellezza imperfetta delle cose che, prima, avevano un’altra vita e un altro uso, creando mobili e complementi d’arredo che hanno in sé i segni del passato. Fondato da Costanza Algranti nel 1997 e diretto dal 2014 da Pietro Algranti, giovane architetto che ha da sempre rivolto la sua attenzione creativa alla materia che ha una storia: legno, principalmente, ma anche acciaio e altri metalli che sono stati trasformati dalle intemperie, dal vento e dall’acqua acquisendo imperfezioni e caratteristiche completamente nuove. Algranti Lab si trova nel quartiere Isola, un’oasi di piccole botteghe artigiane adesso soggetto a interventi di riqualificazione che lo stanno rendendo il cuore pulsante del design e della creatività milanese.
Proprio lì, in un bello showroom dalle linee pulite e moderne, Pietro Algranti riceve in dono i materiali da vecchie aree industriali sgomberate e inizia a lavorare: li pulisce, li leviga, li sgrezza, li vernicia. Il risultato sono oggetti, complementi d’arredo e mobili che portano sulle loro superfici la fotografia della loro storia. vassoi, specchi, scatole, lampade, cassettiere, contenitori, tavoli, armadi, piani per la cucina diventano così pezzi unici, che ridanno vita a ciò che era destinato a diventare scarto, acquisendo uno status nuovo di opera d’arte.
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ALGRANTI LAB MILANO
La filosofia di Algranti Lab è racchiusa nelle parole del designer stesso, che, in un’intervista al portale Lifegate, puntualizza: Tutti i nostri mobili – sottolinea Algranti – sono costruiti in legno di recupero soprattutto ricavato da assi da ponte, legni scesi dai ponteggi per diventare altro. Certe volte li ricopriamo con ferro, rame o alluminio, certe altre volte ci piace lasciarli così come sono facendo vedere quanto il tempo, su una materia tanto viva, prenda forme e ammorbidisca anche lo spigolo più netto”.
Non solo recupero: il laboratorio di Pietro Algranti è anche attivamente impegnato in progetti solidali, come nel caso della collaborazione con l’associazione Il Nodo Onlus, che si occupa di cooperazione internazionale, fornendo percorsi di vita alternativi a ragazzi e ragazze cambogiane. Il progetto che è stato pensato con Algranti Lab nasce per mettere in piedi una scuola di falegnameria nella periferia di Phnom Penh, in Cambogia, fornendo strumenti, nozioni e competenze per imparare a lavorare legni e metalli dismessi per avviare un’attività artigianale e imprenditoriale, proiettandosi nel futuro.
Questo progetto solidale nasce dopo il workshop Ri-Anima tenuto al Politecnico di Torino nel mese di marzo davanti agli studenti di design interessati agli aspetti della sostenibilità dei processi produttivi.
(Immagine in evidenza e a corredo del testo tratte dalla pagina Facebook di Algranti Lab)
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