REET AUS
Si chiama Reet Aus ed è una giovane designer estone che ha creato un’intera collezione moda a partire dal riciclo. La sua storia inizia quando il Punk stava arrivando in Estonia e l’influenza sovietica stava iniziando ad arretrare. La designer trascorre gran parte del suo tempo con il nonno, scultore con l’abitudine di conservare qualsiasi cosa ci fosse nel suo studio: anche il più piccolo pezzo di tessuto sarebbe entrato a far parte delle sue opere d’arte. Nasce così l’abitudine di Reet di crearsi gli abiti da sola, a partire da vecchi abiti di famiglia o da tessuti provenienti dal cassetto della madre, a sua volta designer di moda. Studiare fashion design diventa quindi la naturale conseguenza: Reet inizia a lavorare come fashion designer nel 1997.
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REET AUS STILISTA DELLA MODA CON GLI SCARTI
Dal 2002, tutte le collezioni di Reet Aus seguono i principi dell’innovazione, puntando sui processi di trasformazione dei materiali di scarto, per reintrodurli nel ciclo produttivo, con l’aiuto del design. Il concetto di riciclaggio tessili affascina talmente la designer da indurla a scrivere una tesi di dottorato sul tema “Trash to Trend, come usare l’upcycling nel Fashion Design“, dove per “upcycling” si intende la possibilità di dare nuova vita a vecchi capi di abbigliamento, reinventandoli in modo creativo. L’idea è di implementare il concetto del riciclaggio dei prodotti tessili, non solo su bassa scala, ma nell’industria della moda e nella produzione di massa. Nasce così la community web Trash to Trend, per mappare i rifiuti tessili in tutta Europa per poi riconvertirli, attraverso il riciclo, in abiti e accessori di moda.
Finito il dottorato, Reet Aus inizia ad applicare i risultati dei suoi studi alla vita reale. Nel 2012 inizia la sua collaborazione con Beximco, uno dei più grandi produttori di abbigliamento del Bangladesh, Paese dove lo smaltimento dei rifiuti funziona molto male e da dove partono tonnellate di immondizia destinate alle discariche cinesi. Nelle creazioni della designer, la trasformazione dei vecchi capi tessili è introdotta fin dall’inizio dei processi di produzione di massa, così da migliorare l’efficienza dei processi produttivi e ridurre l’impatto ambientale: ogni capo prodotto in questo modo utilizza in media il 70% di acqua in meno e l’88% di energia elettrica in meno di quella necessaria per capi in serie realizzati in modo tradizionale. È così che la linea di produzione, che utilizza il metodo del riciclo creativo, è stata brevettata e certificata nel 2014 e da allora ha iniziato ad essere venduta e distribuita in Europa e nel mondo da grandi marchi della moda in serie.
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