Così Monsanto, la multinazionale tedesca dei pesticidi ha messo ko l’Europa dei consumatori. E il glifosato va…

Per salvare, a Bruxelles, un prodotto definito dall’Oms «probabilmente cancerogeno», è stato determinante il voto della Germania. Un regalo alla Monsanto, che per avere esperti e politici dalla sua parte non bada a spese. E a regole.

monsanto

MONSANTO

Ci sono battaglie che si perdono, ma l’importante è non smettere di provare a vincere la guerra. È il caso dello scontro durissimo, in Europa e in tutto il mondo, per bloccare una volta e per sempre la vendita del glifosato, il micidiale pesticida che l’Organizzazione mondiale della salute ha definito «probabilmente cancerogeno».

Non voglio fare proclami anni Settanta contro le solite multinazionali, ma se restiamo solo ai fatti, la conclusione, per il momento, è inconfutabile: la Monsanto, potentissima multinazionale la cui fonte di guadagni è innanzitutto il glifosato, ancora una volta è riuscita a vincere una battaglia di questa guerra, proteggendo i suoi interessi a danno di tutti noi consumatori. Dopo un lungo tira e molla, infatti, i governi dell’Unione europea, a maggioranza, hanno rinnovato per altri cinque anni l’autorizzazione alla vendita in Europa del glifosato. Della serie: chissenefrega dei rischi per la salute dei cittadini, e invece di una definitiva certezza scientifica (valutata da fonte autorevole e non corrompibile) continuate a mangiare prodotti coltivati con il glifosato e beccatevi il RoundUp, ovvero l’erbicida più diffuso al mondo, prodotto dalla Monsanto, ca va sans dire, ovviamente.

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MONSANTO GLIFOSATO

Sempre restando ai fatti, separati dalle opinioni, indovinate quale è stato il paese determinante per fare pendere la bilancia a favore della vendita del glifosato? La Germania. E di chi è la Monsanto? Dei tedeschi della Bayer. Questa Europa dei nanetti politici e dei giganti del lobbysmo fa semplicemente orrore e merita tutto il discredito popolare che circonda le istituzioni e la classe dirigente dell’Unione. Altro che populismo, qui siamo alle pugnalate sulla schiena del popolo e dei popoli.

Tra l’altro, nel corso di questa infinita guerra che non è certo chiusa con questa manovra di Palazzo, la Francia, con chiarezza, ha già annunciato di fregarsene delle ipocrisie e dei rinvii di Bruxelles e vieterà la vendita sul suo territorio nazionale entro il 2019 e l’Italia, almeno così dice il ministro Maurizio Martina, farà lo stesso entro il 2020. Già, la salute in Europa ognuno la deve difendere come può, nazione per nazione, mentre l’Unione serve a dare via libera a lor signori delle multinazionali del glifosato.

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ROUNDUP MONSANTO

E qui, per completare il quadro dei fatti e non delle bubbole, bisogna andare all’ormai gigantesca letteratura di buona informazione investigativa, fatta da testate internazionali come il New York Times o Le Monde (qualcuno degli “autorevoli” giornali italiani ci vuole fare un pensierino al giornalismo d’inchiesta su questi temi?), grazie alla quale sappiamo bene come la Monsanto sia specializzata, da anni, nell’orientare perfino il giudizio dei cosiddetti esperti scientifici e delle Agenzie nazionali del settore. Tutto sempre e solo a suo favore e non certo gratis, ma con generosi compensi, a favore di chi aiuta gli interessi della Monsanto, sia sul piano politico sia dal punto di vista scientifico. I metodi utilizzati sono stati svariati: dalla sponsorizzazione di articoli favorevoli all’uso del glifosato pubblicati su riviste scientifiche e apparsi come indipendenti, fino agli studi firmati da ricercatori di fama (o dovremmo dire “fame”?) internazionale, ma in realtà scritti da consulenti assoldati dalla Monsanto. Passando per una miriade di pressioni e di infiltrazioni in quelle Agenzie che dovrebbero proteggere cittadini e consumatori, e non singole aziende. Marion Copley è stato per trent’anni, e fino alla sua morte, uno stimato scienziato dell’Epa, l’Agenzia americana per la protezione dell’Ambiente, e già dal 2013 scriveva lettere di fuoco a un collega soprannominato «l’infiltrato della Monsanto» nell’Epa. Ricordando i suoi giudizi sempre e comunque benevoli e positivi nei confronti del glifosato, a fronte di dubbi scientifici altissimi, Copley scrive: «Questi sono 14 effetti del glifosato che possono scatenare tumori. Per una volta tanto, nella tua vita, ascolta e non fare il gioco di collusioni tra politica e affari. E per una volta tanto non prendere decisioni basate sui tuoi guadagni». Chiaro, no? Come sono chiari i casi nei quali l’Istituto federale tedesco per la valutazione dei rischi (BfR) abbia fatto diventare suoi pronunciamenti i giudizi scritti su riviste scientifiche, favorevoli all’erbicida a base di glifosato, da studiosi, definiti scienziati, sul libro paga della Monsanto, ergo della Bayer, ergo di uno dei più potenti colossi dell’industria tedesca. E così, almeno per il momento, il glifosato va….

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(Credits immagine di copertina: defotoberg / Shutterstock.com)

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