MULTA A CHI ROVISTA TRA I RIFIUTI
A Genova l’estate è arrivata in largo anticipo. Si può spiegare solo con il classico colpo di sole, infatti, la decisione dell’amministrazione comunale di multare le persone che rovistano nei cassonetti dell’immondizia. Una scelta non isolata, che giustamente ha scatenato la rivolta di migliaia di parroci di strada, che sono a contatto quotidiano con la povertà.
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GENOVA MULTE A CHI ROVISTA TRA I RIFIUTI
La prima domanda che vorrei fare ai signori amministratori di Genova è la seguente: Non hanno proprio nulla a cui pensare? Invece di multare chi insozza la città, che getta in strada cicche e spazzatura (ed esistono gli strumenti per sanzionare), si punisce qualche poveraccio che va a raccogliere i rifiuti per prepararsi una cena oppure per avere un letto dove dormire. Più che inciviltà, siamo di fronte a un evidente caso di stupidità. E di persone che vivono fuori dal mondo.
Seconda domanda: questi amministratori lo sanno o non lo sanno che ci sono in Italia 4,6 milioni di persone in povertà assoluta? Li vogliamo multare tutti? E che cosa sperano di ottenere trattandosi di gente nullatenente? Giustamente Giacomo Martino, direttore diocesano dell’Ufficio Migrantes, ha fatto notare che chi cerca nei cassonetti è una persona che ha bisogno di aiuto, non un criminale. E un’amministrazione pubblica degna di questo nome dovrebbe occuparsi di come aiutare questa persona, non di colpirla con una multa.
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MULTE A CHI ROVISTA NEI CASSONETTI
Infine, è incredibile come una misura di questo genere arrivi proprio mentre in Italia è in corso un grande dibattito sul reddito di cittadinanza, una misura efficace contro la povertà. E mentre si parla anche di come regolare l’immigrazione: in ogni caso, i rovistatori sono in grande maggioranza italiani, e dunque non c’è neanche l’alibi della lotta all’immigrazione clandestina.
Infine, visto che in Italia non ci facciamo mai mancare nulla quando si tratta di essere deboli con i forti, devo ricordare che le multe sono salate per questo tipo di reato contestato, e vanno da 154 a 516 euro. Con una detenzione fino a 3 anni di carcere. Ecco, forse gli amministratori di Genova così pensano di risolvere il problema della povertà: sbattendo i poveri in galera.
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