Murales al Tufello: il quartiere cambia faccia

Grandi opere da Street art di personaggi che vanno da Vittorio De Sica a Valerio Verbano. Tutto legato dal filo rosso della memoria.

Foto di lucamaleonte/instagram

Un quartiere simbolo dell’anima popolare di Roma, con le sue luci e le sue ombre. Il Tufello, una delle 12 borgate della capitale, nella sua parte Nord-Ovest, ha cambiato faccia ed è diventato una galleria a cielo aperto di artisti da Street art e murales. Dove non si spreca la memoria del luogo, e si combatte a viso aperto contro le seduzioni della malavita sul territorio che qui recluta manodopera e spacciatori.

MURALES AL TUFELLO

Già l’arrivo alla fermata della metropolitana (linea 2, fermata Jonio) è emozionante. Attraverso un personaggio da fumetti, Panda Piace, una serie di murales ironizza sulla fatica, e talvolta l’impossibilità, di prendere autobus a Roma. Poi il bacio tra due donne: banale ma efficace. Pochi metri e si arriva nel luogo della celebrazione di Vittorio De Sica, con un ritratto che immortala il regista. Qui girò buona parte del suo film Ladri di biciclette, ambientato in diverse scene in un palazzo di fine anni Quaranta. Un’altra maxi-immagine collegata al mondo dello spettacolo è quella di Gigi Proietti, che ha abitato in questa zona, in via del Tonale. Il suo murales ricopre la facciata di un intero palazzo.

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STREET ART AL TUFELLO

Sempre lungo il filo della memoria, l’artista Jorit ha firmato il ritratto più importante del quartiere: è il volto in primissimo piano di Valerio Verbano, un militante di Autonomia operaia ucciso negli anni di piombo da una squadra di fascisti che fecero irruzione nella sua casa in via Monte Bianco. Altre vittime della violenza ricordate dai murales del Tufello sono:

  • L’attivista irlandese Bobby Sands, morto a soli 30 anni dopo 66 giorni di sciopero della fame.
  • Stefano Cucchi, pestato e massacrato di botte 22 anni fa mentre era sottoposto a custodia cautelare per possesso di droga.

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LA PALESTRA ASTRA AL TUFELLO

Verbano è ricordato anche all’ingresso della palestra Astra, la cui nascita ha segnato un punto di svolta nella vita del quartiere. Il locale era completamente abbandonato, ed era stato trasformato in un luogo di consumo e spaccio di droga. E invece è stato affidato a un Centro sociale che, in piena legalità, lo ha fatto diventare una palestra dove si allenano circa 200 ragazzi. Alcuni di loro hanno vinto anche titoli nazionali.

Racconta Giulio Bonistalli, istruttore di kick boxing dell’Astra: “Ci siamo messi in regola, siano stati riconosciuti dalle istituzioni con le quali abbiamo un ottimo rapporto, ma non abbiamo messo i nostri ideali nel cassetto. Lo avevamo promesso a Carla Verbano, la madre di Valerio, e abbiamo rispettato l’impegno”. Accanto al Centro sociale legato all’attività sportiva sono sorte al Tufello altre iniziative utili per dare un futuro ai ragazzi della zona: per esempio l’associazione culturale De Frag che organizza corsi di chitarra, canto e pianoforte, e laboratori di fotografia e sartoria; o il Lab Puzzle che propone diverse attività a cavallo tra storia e arte nell’area del quartiere.

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ARCHITETTURA DEL TUFELLO

I murales hanno avuto un impatto positivo anche sull’estetica del quartiere. Il Tufello porta questo nome in quanto fu costruito per dare alloggi agli sfollati di Borgo Pio, durante i lavori nella zona del Vaticano voluti dal regime fascista, con il tufo ricavato dalle colline sovrastanti. Un altro periodo di intensa cementificazione sono stati gli anni Quaranta e da allora il Tufello non ha mai perso la sua identità popolare e borgatara. Ma con i murales, con la Street art e con tutto quanto è stato portato da questi lavori, oggi il quartiere, dove vivono oltre 2.500 romani, è sicuramente più bello e più accogliente.

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