Sono il cuore del nostro territorio, veri e propri gioielli dal valore storico e culturale inestimabile, ma rischiano di scomparire. Secondo l’Istat sono circa 6mila i borghi abbandonati in Italia. Un patrimonio che stiamo sprecando. Ci sono però donne e uomini coraggiosi che si impegnano per riscrivere il futuro di questi posti dalla storia antichissima e dalla straordinaria bellezza senza tempo, come Gianluca Chiovelli che, non si è arreso di fronte al costante spopolamento di Sant’Angelo di Roccalvecce, e ha trovato un modo davvero speciale per far rinascere il borgo: trasformarlo nel paese delle fiabe.
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I murales di Sant’Angelo di Roccalvecce
Nel dicembre del 2016, ha dato vita all’associazione culturale ACAS e, nell’anno successivo, un team di street artist quasi esclusivamente al femminile, ha iniziato a colorare il borgo, una frazione del Comune di Viterbo, nel Lazio, con i primi murales.
Ad aprire il libro delle fiabe è stata “Alice nel paese delle Meraviglie” di Lewis Carrol. Realizzato da Tina Loiodice (direttrice artistica del progetto), il murales si trova nella piazza principale di Sant’Angelo di Roccalvecce e il suo orologio segna le ore 11 e 27 minuti in riferimento al giorno della sua inaugurazione, il 27 novembre del 2017. Con Alice, ci sono anche i personaggi e gli elementi che caratterizzano le sue avventure: le carte, l’orologio e l’inafferrabile Bianconiglio, sempre di fretta. Nel murales, inoltre, vi sono raffigurati anche i bambini di Sant’Angelo di Roccalvecce, intenti a scoprire il telo che svela il murales.
Al murales di Alice ne sono seguiti tanti altri, realizzati da Daniela Lai, Stefania Capati, Cecilia Tacconi, Lidia Scalzo, Isabella Modanese e Gabriel Decarli. Lo stupore si nasconde dietro ogni angolo di Sant’Angelo di Roccalvecce: c’è Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry, Pinocchio, Don Chisciotte, La piccola fiammiferaia dello scrittore danese Hans Christian Andersen. Passeggiando per il borgo, i bambini rimangono incantati di fronte a Peter Pan e Campanellino, Aladdin, Alì Babà e i Quaranta Ladroni e le avventure di Hansel e Gretel. E c’è anche il murales dedicato alla Spada nella roccia, alla Fabbrica di cioccolato e al Libro della Giungla. Ogni artista ha scelto, interpretato e realizzato la propria fiaba tenendo sempre presente il richiamo alle radici culturali del territorio.
In totale, sono ben 22 i murales delle fiabe che decorano il borgo. Quattro invece quelli in fase di realizzazione: Mignolina, La bella addormentata nel bosco, La leggenda di Santa Claus, I bambini e i Troll.
La rinascita di Sant’Angelo di Roccalvecce
Un progetto importante realizzato grazie all’autofinanziamento e alla disponibilità da parte degli abitanti di Sant’Angelo di Roccalvecce e degli artisti coinvolti (aiuti dei privati, donazioni), con l’eccezione de Il volo di Civita, finanziato dal Comune di Bagnoregio.
L’intento dell’associazione era quello di rianimare il borgo con un progetto a impatto zero. “Rigenerare”, la parola chiave che ha orientato la rinascita di Sant’Angelo di Roccalvecce: non sono state previste nuove costruzioni ma tutto è stato restaurato e abbellito nel pieno rispetto del paesaggio, dell’ambiente e della tradizione del posto. Non solo murales, il borgo è stato decorato anche con un bassorilievo, un mosaico, un’edicola mariana, una fontana, una fioriera in ferro battuto, una ceramica dipinta e un’epigrafe scolpita.
La riqualificazione di Montesecco
La realizzazione dei murales ha permesso, inoltre, la riqualificazione della zona di Montesecco, l’ingresso al Paese. Il visitatore che arriva a Sant’Angelo di Roccalvecce si trova subito immerso in uno spazio fantastico e fiabesco in cui sono presenti anche un’area giochi per bambini, panchine e tavoli dove rilassarsi prima o dopo la visita al borgo.
Tante iniziative che, giorno dopo giorno, hanno rianimato l’economia locale portando all’apertura di due B&b, un bar e un negozio di alimentari e al rilancio delle botteghe artigiane locali. Un’ottima occasione anche per non sprecare gli antichi mestieri oggi dimenticati come la lavorazione del peperino e della basaltina, le incisioni su marmo, l’ebanisteria, l’artigianato del metallo e della ceramica.
Il sentiero dei castelli e delle fiabe
Senza contare che Sant’Angelo di Roccalvecce si trova immerso nella Valle dei Calanchi, in un territorio caratterizzato da vigne, frutteti, pascoli e uliveti, disseminato di percorsi naturalistici dagli scenari mozzafiato e piccoli borghi dal fascino incredibile. Una ricchezza enorme che ha permesso a Sant’Angelo di prevedere due ulteriori progetti: “Il sentiero dei Castelli e delle Fiabe”, un itinerario che collega il Comune a Roccalvecce e Celleno, quest’ultimo arroccato su uno sperone di tufo e noto come il “borgo fantasma”, e il nuovo sentiero che parte da via Graffignano a Sant’Angelo e arriva al comune di Graffignano. A pochi chilometri vi è, inoltre, Civita di Bagnoregio, nota come “la città che muore”.
(Nell’immagine: Celleno, il borgo fantasma)
Un piccolo miracolo quello avvenuto a Sant’Angelo di Roccalvecce: non più case vuote e abbandonate e negozi chiusi ma tantissimi turisti e soprattutto tanti bambini che con la loro allegria rendono il borgo un posto davvero speciale.
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