Che la musica abbia proprietà misteriose, terapeutiche, è noto da tempo. Per le persone con disabilità nervose e fisiche, dar sfogo alla propria creatività suonando uno strumento può rappresentare un aiuto prezioso. Ci sono casi, però, in cui questo non è possibile, casi in cui la paralisi motoria è tale da inibire qualsiasi possibilità di interazione.
Il musicista e compositore Eduardo Miranda, che insegna computer music all’Università di Plymouth, nel Regno Unito, come racconta uno studio pubblicato sulla rivista Music and Medicine, è riuscito però a risolvere il problema, mettendo a punto un sistema che permette alle persone con gravissime invalidità motorie di suonare con la mente.
La tecnica usata è quella dell’elettroencefalogramma: al paziente viene applicato un casco con degli elettrodi che registrano gli impulsi nervosi. L’utente viene quindi “addestrato” a concentrarsi su particolari stimoli visivi, uditivi e tattili, in modo da creare un suo distintivo “pattern” di risposta, individuabile all’interno del quadro cerebrale complessivo.
Sullo schermo di un computer, vengono poi mostrati diversi pulsanti lampeggianti, che l’utente può “premere” semplicemente concentrando la sua attenzione su di essi. A ogni pulsante è associato un insieme di note e il paziente può scegliere il suono che desidera variando l’intensità con cui si concentra sul tasto. A un maggiore grado di concentrazione, corrisponde una pressione più forte e, di conseguenza, una nota diversa. Questo viene reso graficamente aumentando o diminuendo la dimensione del pulsante, in modo da fornire al suonatore anche un feedback visivo.
Pian piano, migliorando progressivamente con la pratica, la persona costretta all’immobilità può esercitarsi a riprodurre l’andamento di una sequenza di note proposta dal computer o divertirsi a creare una melodia da zero. I ricercatori hanno sperimentato il marchingegno su una paziente ricoverata al Royal Hospital per le malattie neurologiche di Londra, a cui delle lesioni al cervello dovute a un ictus avevano procurato una paralisi quasi totale e i risultati fanno ben sperare: la signora è riuscita in un paio d’ore a entrare in sintonia con lo strumento, ricalcando le note di un brano pre-registrato in sottofondo ed esprimendo tutta la sua soddisfazione per essere di nuovo in grado di esprimere la propria creatività e i propri sentimenti.
Ora il professor Miranda, assieme ad alcuni colleghi dell’Università del Sussex, vuole migliorare la sua invenzione sia sul piano del riconoscimento degli stimoli cerebrali, che su per quanto riguarda l’estetica interfaccia, che potrebbe essere resa più simile a quella dei normali strumenti musicali. “Le luci lampeggianti – ha spiegato a Nature – non devono essere per forza sullo schermo di un Pc. Si potrebbe progettare, per esempio, una tastiera elettronica con dei diodi luminosi sui tasti e si potrebbe suonare concentrandosi su di essi”.
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