Nadia Bala vince l’epilessia coltivando la sua passione di sempre: la pallavolo

A ventisei anni ha scoperto di essere affetta da questa malattia e, dopo qualche mese di sconforto, ha deciso di reagire continuando a fare quello che le è sempre piaciuto. Così ha cominciato a praticare il sitting volley

PALLAVOLO PER DISABILI

NADIA BALA

Fin da piccola, Nadia, ha sempre avuto un amore sconfinato per la pallavolo. Uno sport che le ha dato tanto, soprattutto nel momento più critico della sua vita. A 26 anni, infatti, questa ragazza di Rovigo ha scoperto di essere malata di epilessia. La prima reazione, comprensibilmente, non è stata delle migliori e per due mesi si è chiusa in casa. Ma proprio grazie al mondo dello sport è riuscita a trovare nuovi stimoli e una rinata voglia di vivere che le hanno permesso di affrontare a testa alta la malattia. In questo percorso la pallavolo è stata decisiva perché, in quanto sport di squadra, le ha ricordato ancor di più cosa significhi aiutarsi nei momenti di difficoltà. Così ha deciso di dedicarsi anima e corpo al sitting volley, lo sport paralimpico che le consente di giocare utilizzando solo gli arti superiori. Un modo per continuare a divertirsi in maniera positiva e costruttiva, che ha spinto Nadia ad impegnarsi non solo per se stessa ma anche per il prossimo.

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SPORT PER DISABILI

Questo sport paralimpico, infatti, secondo Nadia rappresenta un’opportunità per rimettersi in gioco e vivere bene. Una convinzione che, a pochi mesi dalla scoperta della malattia, l’ha spinta a un vero e proprio rilancio: nel maggio del 2014, a un anno esatto dalla sua prima crisi, Nadia ha fondato l’associazione “Vinci l’epilessia”, di cui è diventata la presidente. Attraverso questa organizzazione di volontariato ha dato vita a una squadra di “sitting volley”, che collabora con la Federazione italiana pallavolo (Fipav).

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PALLAVOLO PER DISABILI

Chi soffre di epilessia non può praticare lo sport a livello “ordinario”, ma allo stesso tempo non è riconosciuto tra le categorie che partecipano alle attività per disabili. Per questo per Nadia è stato importante trovare un’attività che le permettesse di giocare a livello agonistico e riempisse questo vuoto. Così, con la sua associazione, è riuscita a favorire la pratica sportiva per i malati di epilessia e allo stesso tempo ad allenarsi a grandi livelli, tanto da essere arrivata in nazionale di sitting volley. Per riuscirci ha cominciato dalle basi e non senza difficoltà, essendo abituata alla “vera” pallavolo. Poi, però, ha cominciato ad innamorarsi di questo sport che, secondo lei, possono praticare tutte le persone che hanno una disabilità fisica e che hanno un buon controllo del bacino. Un’attività che può anche non piacere ma che per Nadia vale la pena provare almeno una volta nella vita: “perché vederlo è una questione, ma provarlo è un’altra cosa”.

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NADIA BALA EPILESSIA

Ma nella vita di Nadia Bala non c’è solo l’epilessia e la sua straordinaria reazione, capace di dimostrare come la vita non vada sprecata, anche in circostanze molto difficili. Più che un’atleta, e anche una conduttrice televisiva, Nadia si considera una madre: nel 2020, infatti, è nato il piccolo Francesco e la famiglia di Nadia si è allargata. E intanto lei si è anche laureata in Diritto dell’economia con una tesi sull’inclusione sociale e continua, con l’università di Padova, ad essere la protagonista della prima squadra di sitting volley creata in Italia.

(Le immagini sono tratte dalla pagina Facebook di Nadia Bala)

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