Il Comune di Napoli è riuscito, in un capolavoro di impotenza e di approssimazione, a gonfiare un mostro dell’illeglità metropolitana e 12mila occupanti abusivi di immobili comunali possono già cantare vittoria.
Applicando un’ambigua e scivolosa legge regionale che apre la porte ad una sanatoria di questo autentico reato, il Consiglio comunale, con un voto bipartisan, ha approvato un ordine del giorno con i termini per un bando (con una scadenza fissata per il 5 agosto) per presentare l’istanza di regolarizzazione. Una sorta di condono degli assalti alle case degli enti pubblici, spesso pilotati dai clan della malavita organizzata.
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Poi però sono intervenuti il sindaco e la giunta, dichiarandosi contrari alla sanatoria e smentendo così la decisione quasi unanime dell’assemblea. Intanto tre commissioni avrebbero dovuto esaminare le pratiche per le graduatorie di assegnazione e distinguere, non sappiamo bene sulla base di quali criteri oggettivi, gli occupanti abusivi per necessità, ai quali concedere la sanatoria, dai camorristi e dai loro parenti che invece dovrebbero essere costretti ad abbandonare gli appartamenti. Ma le commissioni di fatto non si sono mai riunite, per mancanza di fondi e di personale, 4mila domande sono state appena protocollate, e al momento il comune non dispone neanche di un’anagrafe dei propri inquilini. l buio totale, insomma.
La sanatoria rappresenta sicuramente una forzatura e un gravissimo precedente, e purtroppo a soffiare sul fuoco di questi metodi ci sono i sindacati che proteggono gli occupanti abusivi, nel nome di di una demagogica tutela di persone che avrebbero agito per necessità, e i soliti partiti che attorno al pasticcio delle case comunali contano di guadagnare voti e consensi. Ma cancellare di punta in bianco la sanatoria già messa in moto con il relativo bando, rischia di essere un rimedio peggiore del male, in quanto il comune non è in grado di garantire la legalità liberando le case occupate abusivamente e assegnandole ai legittimi inquilini.
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L’amministrazione si è così infilata in un vicolo cieco, dal quale è impossibile uscirne in tempi ragionevoli e con un percorso corretto. Il finale di questo orribile film, che racconta di una città prigioniera del sopruso e della cattiva amministrazione pubblica, è già scritto: gli inqulini abusivi, poveri o camorristi che siano, resteranno al loro posto, in quelle case occupate con la violenza più che con la disperazione. E le famiglie che speravano di ottenere una casa dal comune, avendone rispettato la legge e le procedure, continueranno a gonfiare le liste dei senzatetto. In attesa che un giorno Napoli non sia più la città del Far west.
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