Napoli smart city? Si puo’ fare

I napoletani, e non solo loro, possono essere orgogliosi e soddisfatti per i risultati delle regate nel golfo più bello e più sciagurato del mondo. Chi ha remato contro, per scetticismo da crepuscolo meridionale, per atavica tendenza ad essere sempre e comunque contro qualcuno e qualcosa, per spirito di polemica o anche per motivata convinzione, […]

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I napoletani, e non solo loro, possono essere orgogliosi e soddisfatti per i risultati delle regate nel golfo più bello e più sciagurato del mondo. Chi ha remato contro, per scetticismo da crepuscolo meridionale, per atavica tendenza ad essere sempre e comunque contro qualcuno e qualcosa, per spirito di polemica o anche per motivata convinzione, chi non ha creduto a questa scommessa, è stato sconfitto. Dai fatti. Si poteva fare meglio? Sicuramente. La città poteva ottenere di più? Certo. Eppure Napoli e i napoletani hanno vinto contro il loro autolesionismo e contro gli affanni di una classe dirigente, non solo politica, che non riesce mai ad alzare lo sguardo verso il futuro e abbassa sempre gli occhi, talvolta per puro cinismo, sulle ombre del presente. Sottraiamo anche al risultato finale l’imprevisto del maltempo, alcuni evidenti errori organizzativi, e innanzitutto l’enorme ritardo (abbinato a una valanga di porose incertezze)con il quale il progetto è partito: il risultato finale non cambia, la città, la regione, il Sud hanno incassato un significativo dividendo da uno spicchio di Coppa America. I cittadini, con il loro entusiasmo vulcanico e con una passione sportiva perfino improvvisata, hanno riconquistato un pezzo strategico di città, hanno toccato con mani, occhi e piedi che cosa significa essere padroni di un lungomare che respira, con e senza vele al vento, di luoghi e strade che erano diventate ostaggio del demonio automobilistico senza né meta né piacere. Chi vive di turismo, e la filiera è molto lunga, ha capito quale potenziale possiede una manifestazione sportiva internazionale, con le sue ricadute sui mass media di tutto il mondo, dove si sono viste immagini made in Naples di barche, vele e mare invece di cumuli di immondizia e di falò tossici nelle strade. Chi ha una responsabilità politica e amministrativa ha potuto percepire, dal vivo e in diretta, come il destino di un luogo non è sempre cinico e baro, ma può cambiare grazie anche alla leva di un’idea piccola quanto vi pare, ma forte e chiara in testa. E dovrebbe interrogarsi sul fatto che se le regate della Coppa America si fossero svolte, come era previsto in un primo momento, nell’area di Bagnoli, forse oggi i napoletani oltre al lungomare avrebbero sognato la restituzione di un intero quartiere, vitale per il futuro della città, sul quale programmi, sprechi e impegni non mantenuti si susseguono da trent’anni.

L’occasione della Coppa America, anche se con uno strapuntino rispetto all’intera kermesse, non è andata perduta e Comune, Provincia e Regione, farebbero bene a mettersi subito, oggi e non domani, al lavoro per alzare il prezzo e le ambizioni della città in vista di un nuovo accordo per il 2013. Adesso il tempo c’è, la lezione è servita, si può partire con il passo giusto. Per scegliere le strutture più adatte, anche in termini di riqualificazione dei luoghi, dove concentrare l’evento; per attirare turisti, stranieri e da tutto il mondo, e non solo addetti ai lavori e appassionati di vela; per compensare l’eccesso di costi addebitato quest’anno alla città di Napoli con nuove e più convenienti condizioni economiche da negoziare per il 2013; per non arrangiarsi nella fretta e lavorare invece con la scaletta giusta; per immaginare una, cento, mille Coppa America. E infine, a proposito di futuro e di progetto di lungo periodo, di quello che può restare per sempre rispetto all’attimo di una breve manifestazione sportiva, si può decidere di migliorare, consultando e ascoltando tutte le categorie interessate, il sistema ZTL, cioè la scelta radicale, ma opportuna e se volete visionaria, di scoraggiare l’uso dell’automobile abbinandolo a uno sviluppo delle alternative, a iniziare dai mezzi pubblici, sul cui indispensabile miglioramento si potrebbe costruire un intero programma economico, di crescita, di sviluppo, di benessere, di investimenti, di lavoro. Nel gergo dell’immaginario metropolitano si chiamano smart city, e Napoli ha il diritto-dovere di sognare l’ingresso nel club già attivo in tutto il mondo. Questa è stata la Coppa America: la vittoria di un round, con una lunga partita tutta da giocare.

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