di Januaria Piromallo
Parole e pensieri diffusi in omaggio e memoria del tempo lontano. Quando Napoli era capitale di regno, capitale del mondo. Napoli, Ti odio! Sottotitolo: Sveglia ci prendono per il culo. Sottopancia del sottotitolo: Ragazzi, vi stanno rubando il futuro. E allora ho chiesto a mio figlio, Kamalei von Meister, di padre tedesco, dunque figlio della Mitteleuropa di cui Napoli da capitale del regno borbonico ha fatto parte per alleanze strategiche e matrimoni dinastici. Come vedi Napoli? Lui mi ha risposto come gli riesce meglio con le illustrazioni. Dalle sue pennellate sono partite le mie riflessioni.
La dicotomia odio-amore applicata a una metropoli cosmopolita non è nuova. Già nel Quattrocento il filosofo e sacerdote Pievano Arlotto descriveva Napoli come «un paradiso abitato dai diavoli», una definizione che Benedetto Croce fece sua e dalla quale nacque uno dei suoi libri più famosi sulla ex capitale del Regno delle due Sicilie. E in epoche più recenti il regista Paolo Sorrentino, nel suo film “Parthenope” dedica un’intera requisitoria ai vizi dei napoletani, impregnandola di odio e amore allo stesso tempo.
I principali motivi per odiare Napoli
Ma quali sono i principali motivi per odiare Napoli? Ecco i miei cinque.
1) Perché in fondo la si ama con le sue incongruenze, col suo tendere all’assurdo, con il suo spettacolo naturale, con la sua fissità dannata.
2) La odiamo con il suo resistere ad ogni forma di vera attinenza alle regole.
3) Odiamo la sua stramba condizione che rende ogni forma di esibizione comica e attraente al tempo stesso. Vedi la Venere degli Stracci. Ne ha parlato il mondo intero quando è stata incendiata da un barbone. Adesso sostituito dal fallico Pulcinella che ha fatto titolare Le Figaro: Un Grand Penis en place.
4) Amiamo l’odio che abbiamo per quante occasioni abbiamo perduto per Lei. E quante occasioni Lei ha perso perché amministrata male.
5) Napoli! Un sospiro. “O ero folle prima, o lo sono adesso”. Napoli, dove ogni grazia, diventa disgrazia. Lo ha detto qualcun’altro prima di me.
I principali motivi per amare Napoli
Ed ecco invece i miei cinque motivi per amare Napoli.
1) Amo Napoli. Per la luce, il mare, La lentezza, la strepitosa bellezza che ci ha dato il Padreterno. E per la storia, anzi per la stratificazione di storie, monumenti, personaggi, arte, musica, la lingua antica. E per la tolleranza. Da noi non c’è stata Inquisizione.
2) Amo Napoli, perché mi ubriaco di cultura. Rosso passione. Rosso cardinalizio. Rosso Natalizio. Rosso Rubelli. Venezia incontra Napoli. All’Archivio di Stato la mostra “Trame. Il rosso corre sul filo”. Tessuti pregiati broccati e barocchi che sembrano quadri. Che hanno rivestito i saloni delle corti di mezza Europa. Documenti d’archivio, il loro, che incontrano i 70 kilometri di documenti dell’Archivio di Stato di Napoli fondato nel 1808, che ha sede nel meraviglioso monumentale complesso monastico benedettino. La curatrice Donatella Dentice e Candida Carrino, la sua direzione (ha guardato molto avanti) hanno immaginato un dialogo tra le due città marinare per eccellenza, Napoli e Venezia, unite da una ricca tradizione artigianale e una fitta rete di scambi culturali. Fino al 23 febbraio.
3) Amo Napoli, perché da qui è partito il lavoro di un giovane fotoreporter, Luciano Ferrara, ogni click, un eterno istante, che hanno cambiato l’orologio di Napoli. Prima era in ritardo, andava indietro. Come la foto presa di spalle di un ragazzo argentino che sale i gradini di uno stadio di calcio. Maradona che ha vinto il terzo scudetto anche da morto. Luciano Ferrara oggi ha una Fondazione, archivio, museo in un palazzo principesco di via Foria.
4) Amo Napoli perché unisce sacro e profano, mito e superstizioni. Mistero e magia. Luce e oscurità. Napoli é questa. In “Golfo Mistico” la giovane artista Assunta Saulle, incontra il Rinascimento di Vasari nella Sagrestia del Complesso Monumentale di Sant’anna dei Lombardi. Curata da Carla Travierso, prodotta da Black Tarantella e Black Art é un viaggio nei più suggestivi luoghi della Campania Felix: il Cimitero delle Fontanelle del Rione Sanità, la Piscina Mirabilis, l’Antro della Sibilla e il Tempio di Iside negli Scavi di Pompei. Assolutamente da vedere fino al 22 dicembre 2024.
5) Amo Napoli perché c’è il museo Plart, il primo in Europa, nato 16 anni fa, in uno storico palazzo di Via Martucci, da un’intuizione di Maria Pia Incutti. Ma la sua ricerca sull’innovazione tecnologica per il recupero e il riciclo della plastica parte da più lontano, 30 anni di scouting, di conservazione di opere di design in materiale plastico. Qui recentemente è stato inaugurato il doppio allestimento di Design Generativo Immersivo. Who Am I.A.? Tutto quello che avreste voluto chiedere all’ intelligenza Artificiale. Ma non sapete come chiederlo.
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