Natale 2010, la crisi si fa sentire

Giorni freddi quelli che ci avvicinano al Natale. Anche dal punto di vista dei consumi. La crisi è un «sentimento» che tocca il portafogli. E smorza l’effervescenza consumistica. Riciclo e recupero sono parole di moda che fanno rima con ecologico ma pure con «ritorno al consumo di base». Una nuova sobrietà aveva già caratterizzato il […]

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Giorni freddi quelli che ci avvicinano al Natale. Anche dal punto di vista dei consumi. La crisi è un «sentimento» che tocca il portafogli. E smorza l’effervescenza consumistica. Riciclo e recupero sono parole di moda che fanno rima con ecologico ma pure con «ritorno al consumo di base». Una nuova sobrietà aveva già caratterizzato il 2009. E per quest’anno sembra che gli italiani siano intenzionati a ripercorrerla. Anzi a superarla. A sentire il gelo sono soprattutto i giocattoli per adulti, hi tech, gioielli e viaggi. A prevedere di tagliare le spese natalizie è quasi la metà degli italiani. Il 41,5% (a fronte di un 12% di ottimisti che spenderanno più dello scorso anno) secondo Astra-Ricerche che ha misurato il «sentimento» degli italiani rispetto agli acquisti per regali e festività del 25 dicembre chiedendo a un campione rappresentativo di 18-70 enni le loro intenzioni d’acquisto, rispetto allo scorso anno: «Spenderete molti più soldi, un po’ più soldi, circa gli stessi soldi, un po’ meno soldi o molti meno soldi?».

LA CRISI CONTINUA – A scendere nelle lettere a Babbo Natale è l’elettronica con macchine fotografiche, videocamere e pc (tra il 6 e il 2 % di italiani ne faranno a meno). Con l’eccezione di cellulari e iPod (per i quali il saldo, tra chi dice che spenderà meno e chi confessa di limitare le spese, è di segno positivo: 3,2%). Frenati pure i viaggi che, nonostante ci sia chi ha intenzione di spendere di più (l’8%), registrano il maggiore trend negativo. Il saldo tra chi resta a casa e chi spenderà in vacanza scende al -10,1%. «L’attuale situazione socio-economica delle famiglie continua a non essere giudicata positiva dalla maggioranza dei nostri connazionali», dice Enrico Finzi, presidente di Astra-Ricerche. «Emerge un diffuso pessimismo. A fronte di 18,5 milioni che prevedono una sostanziale stabilità rispetto al Natale 2009 e a 4,9 milioni che contano di spendere di più, sono ben 17 milioni (su un totale di 41) coloro che suppongono di spendere meno rispetto ad un anno fa, quando già i consumi privati interni non diedero vita ad una stagione natalizia particolarmente brillante. Dunque, la crisi continua, malgrado l’ottimismo sparso a piene mani da coloro che rifiutano di cogliere le difficoltà persistenti della maggioranza dei nuclei familiari del Paese».

RITORNO ALL’ANTICO – La tendenza alla sobrietà emerge soprattutto quando si guardano le percentuali nei settori in cui si pensa di spendere. Dolci da ricorrenza, pandori e panettoni, e alimentari in genere sono in cima alla classifica degli acquisti (quasi il 30% degli intervistati prevede di spendere più che nel 2009), seguiti da libri (la differenza tra chi contrae e chi espande gli acquisti è del 9%) , abbigliamento (6,%), giocattoli per bambini e oggetti per la casa. E la casa gode ancora delle maggiori attenzioni degli italiani. Elettrodomestici e televisori, pur essendo tra i prodotti per cui si dichiara di voler spendere meno, sono in fondo alla lista rispettivamente con un -1,1% e 0,5%. Sembra che, pure restando nella rincorsa al dono, ci sia un ritorno alle vecchie abitudini. Quando il regalo natalizio era l’occasione per rinnovare l’armadio, riempire la credenza. Insomma doni sì ma che siano utili.

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