Nel paese che ha spento la tv “Così salviamo i nostri bambini”

NOCETO (PARMA) – Lo decisero 13 anni fa. Quasi un passa parola, famiglia dopo famiglia, casa dopo casa. E cosi’ una sera, in quel borgo alle porte di Parma, improvvisamente tutti spensero la Tv. Centinaia, migliaia di televisori oscurati, muti, quasi partecipi dell’immenso dolore di una comunita’. Un gesto di rabbia, una rivolta civile contro […]

NOCETO (PARMA) – Lo decisero 13 anni fa. Quasi un passa parola, famiglia dopo famiglia, casa dopo casa. E cosi’ una sera, in quel borgo alle porte di Parma, improvvisamente tutti spensero la Tv. Centinaia, migliaia di televisori oscurati, muti, quasi partecipi dell’immenso dolore di una comunita’.

Un gesto di rabbia, una rivolta civile contro le trasmissioni che mandavano in onda di tutto senza curarsi delle conseguenze. Che a Noceto furono imprevedibili e drammatiche. David, un bambino di 12 anni, dopo avere visto l’esecuzione di una sentenza capitale aveva deciso di imitare la scena per gioco. Mori’ impiccandosi. Non c’erano parole, nessuna spiegazione che alleviasse il senso di impotenza, solo la rabbia che doveva essere arginata. Come? Prendendo in mano il telecomando per cancellare modelli sbagliati e oscurare immagini troppo crude. Inizio’ cosi’ la settimana della creativita’, che dal ’96 cerca di evitare la deriva di una televisione babysitter e che ogni mese di maggio trasforma i 1.200 bambini di Noceto da spettatori a protagonisti.

All’inizio il messaggio era esplicito
: “Spegni la tv, accendi la fantasia”. “La nostra e’ una battaglia pesantissima – spiega il parroco don Corrado Mazza – perche’ non vogliamo demonizzare un mezzo, ma solo evitare che rubi l’infanzia”. “Negli anni abbiamo spostato l’accento – continua il sindaco Fabio Fecci – e oggi non invitiamo piu’ direttamente a spegnere la televisione, ma promuoviamo un’alternativa”. Corsi di teatro, laboratori di pittura, letture animate, giochi antichi, giornate dedicate allo sport, doposcuola della parrocchia, incontri con i genitori, cineforum, serate di riflessione, percorsi lunghi un anno per distogliere gli sguardi dal teleschermo, una miriade di attivita’ coordinate che non tralasciano nulla, neppure il tragitto da casa a scuola. Qui, infatti, passa il piedibus, vigili urbani che accompagnano i bambini lungo le strade della citta’.

Nessuno si e’ sottratto al compito perche’ – e’ convinzione diffusa – gli influssi della televisione sui bambini sono chiarissimi: “Piu’ chiacchierano senza dire niente – spiegano le insegnanti Enrica Alinovi e Gabriella Grisenti – piu’ capiamo che sono stati troppo di fronte alla tv”. Per questo, osserva il dirigente scolastico Paola Bernazzoli, da anni i bambini partecipano a laboratori in cui fanno gli attori, i costumisti, gli sceneggiatori, i registi, i musicisti… E il risultato viene portato in piazza proprio nella settimana della creativita’.

Antonio Caffarra, il pediatra del paese
, ha cresciuto insieme alla moglie Daniela, quattro figli senza televisione: “Per anni non l’abbiamo avuta e quando ci e’ stata regalata l’abbiamo lasciata spenta”. Nel paese sono in molti a pensarla come lui, la creativita’ e’ diventata una strategia educativa condivisa. servito tutto questo? I bambini a Noceto guardano la televisione meno che altrove? “E’ difficile dirlo – conclude il sindaco Fabio Fecci – ma sicuramente sono meno soli”. I piu’ deboli, i piu’ fragili, o semplicemente chi ha entrambi i genitori impegnati tutto il giorno, ha un’alternativa alla televisione come babysitter. “Proviamo a sottrarre il compito di educare alla televisione – conclude il parroco – ma anche se la battaglia continua a essere pesante, non ci arrendiamo, l’infanzia e’ tutto”. Rappresenta il futuro, che non puo’ essere dettato dal palinsesto televisivo.

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