A New York barriere di ostriche per fermare alluvioni e uragani

Un tempo proteggevano la metropoli, in modo naturale, dal rischio inondazioni. Poi sono scomparse a causa della pesca selvaggia e dell’inquinamento. E adesso ricompaiono…

ostriche

L’aumento esponenziale degli eventi estremi, dalle alluvioni alle inondazioni, è una delle conseguenze dirette dell’emergenza climatica. E le grandi metropoli del mondo cercano di correre ai ripari con un mix di innovazione tecnologica e di recupero di antichi sistemi di protezione. Come nel caso di New York. La città americana aveva naturali scogliere di ostriche, delle quali erano ricche le acque del porto, che la tutelavano dal rischio delle inondazioni. Poi, per effetto della pesca selvaggia e dell’inquinamento, le ostriche sono scomparse, e i casi di innalzamento dei livelli del mare, oltre la soglia di sicurezza, si sono moltiplicati. Adesso si torna indietro, guardando avanti. Con un piano intitolato Billion oyster project, gli amministratori di New York stanno tentando di ricostruire le barriere protettive delle ostriche, che funzionano molto bene anche come frangiflutti. Sono formate da cemento e gusci di ostriche (raccolti anche attraverso la collaborazione dei ristoranti della città al progetto), e una volta completate vengono immerse nelle vasche che contengono larve di ostriche. Da qui, dopo che le larve attecchiscono, le barriere vengono sistemate sui fondali del mare, davanti alla città.

Il processo non è semplice, e finora il risultato non è andato oltre il 50 per cento: la metà delle ostriche immesse nelle acque in modo artificiale, non sono riuscite a sopravvivere. E non solo perché la mortalità delle ostriche è statisticamente molto alta, ma anche per fattori ambientali. L’aumento delle piogge, e della loro intensità, ha aumentato la quantità di acque di scolo finite nel mare davanti alla Grande Mela, dove già si sono accumulate, da decenni, quantità di sostanze tossiche sversate in questa zona. E anche l’inquinamento acustico, al quale le ostriche sono molto sensibili, è un fattore che aumenta la loro mortalità. Le barriere con le ostriche di New York non sono un caso unico nel mondo. Ne esistono di simili in Australia, e nei parchi eolici del mare del Nord, ma questa è la prima volta che la tecnica viene sperimentata in una grande metropoli. E le scogliere dei molluschi potrebbero rivelarsi molto utili per contenere i danni delle tempeste d’acqua, delle inondazioni e degli uragani.

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