Questo fine settimana, ve ne avevamo parlato, a Reggio Emilia si sono riuniti gli Stati Generali della Bicicletta. L’iniziativa, promossa da Legambiente, Anci, Fiab e #salvaiciclisti, con la collaborazione del Comune di Reggio Emilia e l’adesione della Presidenza della Repubblica, è nata per discutere di mobilità nuova, ciclabilità e qualità urbana, ma soprattutto per dare vita a cambiamenti concreti basati su impegni vincolanti per le amministrazioni. Hanno partecipato più di 500 persone, iscritte formalmente ai lavori, provenienti da tutta Italia e rappresentanti del ministero dell’Ambiente e dell’Organizzazione mondiale della sanità.
Ma cosa è emerso? Innanzitutto, che l’Italia è pronta a pedalare e a scegliere città più a misura di persone e meno a misura di auto. Leggiamo l’articolo di Alessandro Madron sul Fatto Quotidiano, che riporta le parole di Paolo Pinzuti di #salvaiciclisti: “In questi due giorni di lavoro è emersa la dimostrazione che le forme di mobilità nuova sono una condizione imprescindibile per le città del futuro – ha spiegato – e per mobilità nuova intendiamo tutto ciò che non ha necessariamente a che fare con il mezzo privato a motore. Per noi la bicicletta è stata il cavallo di troia che ha permesso di parlare di queste nuove forme di mobilità, ma non può essere considerata uno strumento a se stante, anche la bicicletta deve essere integrata in un sistema che sia in grado di garantire forme nuove di mobilità all’interno delle città, considerando anche il trasporto pubblico e l’intermodalità”. La sfida è stata raccolta dalle amministrazioni locali presenti, spiega l’articolo. È di sabato, ad esempio, la notizia che il comune di Reggio Emilia ha approvato il dispositivo per l’estensione a tutta l’area urbana (ad esclusione delle arterie di grande scorrimento) del limite di 30 km orari. Buone notizie che speriamo aprano la strada (a due ruote) a iniziative simili di altre amminstrazioni locali.
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