6.042 specie di uccelli avvistati e trovati in un anno solare, più della metà degli uccelli sulla Terra. Per questo Noah Strycker si è conquistato, meritatamente, il soprannome di Birdman da parte del magazine Newsweek.
NOAH STRYCKER
Record mondiale, questo, stabilito nel 2015, durante una ricerca in 41 paesi e in tutti e sette i continenti, proprio per cercare, e studiare, il comportamento di quasi tutte le specie di uccelli della terra, da quelli più comuni a quelli più rari. Scrittore, fotografo e birdman di 34 anni, viaggiatore instancabile e appassionato scrittore scientifico, Noah vive vicino a Eugene, nell’Oregon, ma non rinuncia mai alle avventure a base di binocolo e macchina fotografica. La sua passione per l’ornitologia e il birdwatching inizia prestissimo, sin da bambino: Noah ha preso in mano il binocolo per la prima volta all’età di 10 anni, quando il suo insegnante di quinta elementare ha costruito una mangiatoia per uccelli da appendere alla finestra della classe. In quell’occasione, ogni volta che appariva una nuova specie, si fermava per identificarla per i suoi alunni, scatenando in Strycker un amore per gli uccelli che lo ha accompagnato fino ad oggi.
Il primo riconoscimento è arrivato nel 2004, a soli 18 anni, quando è stato nominato Young Birder of the Year dall’American Birding Association. Da allora, non si è più fermato, approcciandosi al mondo degli uccelli con un misto di interesse scientifico, totale identificazione con l’oggetto di studio, ma anche, e soprattutto, con un amore intenso e poetico per ciò che fa.
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IL PIÙ BRAVO BIRDWATCHER DEL MONDO
Noah sembra animato da una passione: portare gli uccelli all’attenzione delle persone. O meglio, la conoscenza scientifica di un mondo che ci sfiora quando plana sui tetti, o quando atterra sugli alberi, o quando canta al mattino, ma che ci sembra altrettanto lontano o sfuggente.Il suo primo libro, Among Penguins, racconta una stagione sul campo lavorando in Antartide come ricercatore universitario presso la Oregon State University. Lui e altri due colleghi hanno trascorso l’estate accampati sul ghiaccio a temperature sotto lo zero, etichettando i pulcini di pinguino con trasmettitori GPS. Noah, che ha viaggiato nelle regioni polari della Terra più di 40 volte, in Antartide, dice di aver lasciato il cuore.
In soli 35 anni, ha anche lavorato a progetti di ricerca sul campo in Ecuador, Costa Rica, Panama, nel Kimberley australiano, Isole Farallon, Hawaii, Michigan, Florida e Maine. Autore di molti saggi e paper scientifici, ha scritto circa cinque libri a tema uccelli, oltre al già citato Among Penguins, e cioè Birding Without Borders, Birds of the Photo Ark e Backyard Guide to the Birds of North America.
Il suo The Thing with Feathers, titolo originale del volume italiano Volare, è un verso della poetessa Emily Dickinson: «La speranza è quella cosa piumata che si posa sull’anima». La sua speranza, in questo caso, è quella di fermare la perdita della biodiversità delle specie degli uccelli per mano umana. La presenza di specie di uccelli rare o comuni, infatti, sono cartina al tornasole dello stato di salute dell’ecosistema: La maggior parte degli habitat ha visto tra il 20 e il 50 per cento in meno di uccelli nell’ultimo mezzo secolo, persino due specie comuni come storni, giunchi o passeri.
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(Immagine in evidenza e a corredo del testo tratta dal sito di Noah Strycker // Photocredits: Noah Strycker )
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