Noduli alla tiroide: cause, sintomi e quando preoccuparsi

Di solito sono benigni, e colpiscono quasi la metà della popolazione anziana.

noduli alla tiroide

I noduli alla tiroide sono una massa, di solito di natura benigna, che si formano nella ghiandola tiroidea. Sono molto diffusi, e arrivano a formarsi nel 50 per cento della popolazione anziana, possono variare, e non di poco, per dimensioni, natura (solida o cistica), e per numero (singoli o multipli). Non sempre provocano dei sintomi, e solo quelli di grandi dimensioni diventano palpabili nel collo. Una volta chiarite le caratteristiche dei noduli alla tiroide, c’è da dire che solo una piccola percentuale è di origine tumorale, ed è sufficiente un’ecografia tiroidea per individuare questa tipologia di nodulo.

Tipi di noduli alla tiroide

In base alla loro natura, i noduli tiroidei vengono classificati come:

  • Noduli solidi: formazioni compatte, costituite da tessuto denso.
  • Noduli cistici: contengono una parte di liquido e così risultano più morbidi.
  • Noduli misti: una combinazione di tessuti solidi e cistici.

Sintomi

Come abbiamo detto, i noduli alla tiroide generalmente, specie se molto piccoli, risultano asintomatici. In caso contrario, i sintomi più frequenti sono:

  • Difficoltà a respirare
  • Fastidio o dolore dove si trova il nodulo
  • Difficoltà a deglutire
  • Sensazione di costrizione al collo

Più raramente, i noduli possono associarsi a sintomi di ipertiroidismo come:

  • Tachicardia
  • Tremori
  • Aritmia cardiaca
  • Intolleranza al caldo e al freddo
  • Perdita di peso
  • Aumento della sudorazione e iperidrosi
  • Aumento dell’appetito
  • Stanchezza e sonnolenza
  • Costipazione

Cause

In base ad attendibili indagini statistiche, le malattie della tiroide, tra le quali si comprendono anche i noduli, colpiscono prevalentemente le donne e le persone anziane. Le cause più frequenti sono:

  • L’associazione ad alcune malattie: diabete di tipo 1, anemia perniciosa, artrite reumatoide, patologie autoimmuni;
  • Carenza di iodio nella dieta che comunque provoca un ingrossamento della tiroide;
  • Anomalie genetiche ed ereditarietà: sono tra i casi più frequenti dei noduli alla tiroide;
  • Esposizione alle radiazioni;
  • Squilibri ormonali.

Diagnosi

In presenza di uno o più noduli della tiroide è necessario innanzitutto procedere con esami del sangue, per valutare la funzionalità della tiroide (Tsh, Ft4 e Ft3) e che possono rilevare la presenza di malattie autoimmuni della tiroide (AbTg e AbTPO).

Gli altri approfondimenti diagnostici che possono essere consigliati includono:

  • Scintigrafia tiroidea, utile nei i soli pazienti con ipertiroidismo, per verificare se una delle formazioni nodulari sia iperfunzionante (è un esame non invasivo in cui si osservano le condizioni della tiroide dopo la somministrazione, per via endovenosa o per bocca, di una piccola quantità di radiofarmaco);
  • Agoaspirato del nodulo tiroideo, procedura che prevede il prelievo di cellule dal nodulo, che verranno poi analizzate attraverso un esame citologico per determinarne la natura (da riservare ai casi che presentino caratteristiche ecografiche di sospetto).
  • Se i nodi tiroidei sono benigni, asintomatici, di piccola dimensione e non influenzano negativamente la funzionalità della tiroide, sarà sufficiente un monitoraggio inizialmente annuale della funzione tiroidea (Tsh, Ft3 e Ft4) e del quadro ecografico.
  • Per confermare la diagnosi di nodulo tiroideo, si utilizza un’ecografia tiroidea con color doppler. Questo esame consente di determinare con precisione la presenza, le dimensioni, il grado di vascolarizzazione e la struttura dei noduli (sia solidi, liquidi che misti).

Terapia

Nel caso di noduli iperfunzionanti, cioè che producono un eccesso di ormoni tiroidei, lo specialista può prescrivere una terapia farmacologica per ridurne la produzione per poi procedere a un trattamento radio metabolico. La terapia consiste nell’assunzione per via orale di una o due capsule contenenti lo iodio 131, che viene captato dalle cellule tiroidee residue e attraverso l’emissione di radiazioni ne comporta la distruzione. Le radiazioni agiscono nel raggio di pochi millimetri, non andando pertanto a colpire altri organi. L’intervento chirurgico è consigliato nel caso di noduli di grandi dimensioni che premono nella zona creando difficoltà nella respirazione o nella deglutizione, oppure per noduli che risultano maligni all’esame citologico con aspirato.

Trattamenti

Se il nodulo è causato da una disfunzione ormonale, come nel caso di un nodulo caldo che causa ipertiroidismo, può essere trattato con farmaci antitiroidei per ridurre la produzione di ormoni. Talvolta, i farmaci sono utilizzati anche per trattare condizioni come la tiroidite di Hashimoto. Se il nodulo è di grandi dimensioni, causa sintomi o sospetto malignità, può essere necessario un intervento chirurgico. La chirurgia per rimuovere il nodulo o l’intera ghiandola tiroidea (tiroidectomia) è una soluzione comune, specialmente nei casi di cancro. Infine, nei casi di carcinoma tiroideo o di noduli iperfunzionanti, il trattamento con iodio radioattivo può essere una soluzione efficace. Tutto va deciso comunque con il medico curante.

Quando preoccuparsi

I noduli alla tiroide devono preoccupare quando si verificano alcune, specifiche condizioni. Innanzitutto si ingrandiscono rapidamente e crescono nel giro di poche settimane, aumentano il disagio e persino il dolore. In secondo luogo, si registra la presenza della linfadenopatia palpabile laterocervicale (in parole più semplici, ingrossamento dei linfonodi del collo). Ancora: il nodulo maligno in genere è singoli, la comparsa contemporanea di più noduli è un indice di benignità. Infine, il nodulo maligno ha una consistenza dura alla palpazione e una scarsa mobilità. In ogni caso, già l’ecografia tiroidea con color doppler è sufficiente per individuare, eventualmente, la natura maligna del nodulo alla tiroide.

Prevenzione

Pur non esistendo misure preventive specifiche per i noduli alla tiroide, per le persone che hanno una componente ereditaria o devono fare i conti con fattori generici, si suggerisce di adottare uno stile di vita sano che comprenda una dieta equilibrata, ricca di iodio, e sottoporsi a controlli regolari della tiroide, specialmente in presenza di fattori di rischio.

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