La buona notizia è questa: gli italiani sprecano meno. La Grande Crisi fa sentire ogni giorni i suoi duri colpi, e dunque siamo diventati più attenti su ogni tipo di consumo compulsivo, dal cibo che spesso gettiamo nella spazzatura all’acqua che lasciamo scorrere quando ci laviamo i denti, e Non sprecare è diventata una parola sinonimo di risparmiare. Però la Grande Occasione è un’altra, e la possiamo declinare insieme al risparmio alimentato dalla Grande Crisi: è la crescita economica, quella fase 2 dopo i tagli e la tosatura fiscale che non può partire soltanto attraverso le scelte di un governo e di un parlamento, pure essenziali e urgenti, ma deve incrociare il mutamento dei nostri stili di vita. E i segnali sono forti e chiari.
Da alcuni mesi, per esempio, si registra un boom nei trasporti pubblici, specie nelle grandi città, con punte di aumenti degli abbonamenti per tram, autobus e metropolitane fino al 30 per cento in capoluoghi come Milano dove, non a caso, la rete del trasporto pubblico è più solida, efficace ed efficiente. Stiamo tagliando l’acquisto di quella benzina con i suoi prezzi sempre più alle stelle, e stiamo imparando a rinunciare, con convenienza, al consumo compulsivo dell’automobile in città, un reperto di stili di vita incompatibili innanzitutto con il buon senso prima della sostenibilità. E la crescita dove sta? Nella possibilità, tutta da costruire anche grazie alla spinta della crescente domanda dei cittadini, di attrezzare ovunque il trasporto pubblico. Un tempo ci si impantanava, tra veti e burocrazia opaca, nel miraggio dei nuovi parcheggi: adesso bisogna spingere per investimenti nelle reti, nei mezzi, nella mobilità urbana. Questo significa alimentare lavoro, occupazione, indotto, tecnologie, ricerca, e ovviamente nuovi consumi. Ecco la crescita, con una forza autentica che si traduce in nuovo benessere, dall’ambiente alla qualità della vita, per tutti e non solo a vantaggio dei soliti noti.
Abbiamo bisogno come il pane di una maxi operazione di manutenzione di case, palazzi, condomini, dove la questione energica si traduce in un’unica formula: migliorare l’efficienza e ridurre gli sprechi. Anche questa è potenziale crescita economica, abbinata a un miglioramento dell’estetica dei luoghi della nostra convivenza quotidiana. Un programma quasi a costo zero che, magari attraverso la leva di incentivi fiscali e di prestiti bancari a tassi molto agevolati, metterebbe in moto un’intera economia della manutenzione. Quella che serve all’Italia per crescere all’insegna di un nuovo ciclo di sviluppo economico. Un ciclo che, a ben guardare, si può mettere in moto anche partendo da un autobus pubblico o da un condominio. (www.ilmattino.it )
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