12 km di curve e tornanti ad andare, e 12 a tornare. Tra un po’ di musica in auto e il notiziario mentre percorre la strada che porta a scuola nella valle della Consuma, tra Firenze e Arezzo, un posto quasi sospeso dove il tempo sembra essersi fermato.
In effetti questa storia contiene tutti gli elementi di una fiaba. Un bimbo con un nome che Romano Carletti a 84 anni non sa ancora pronunciare, una prova ardua e difficile che deve affrontare come quella di essere nato senza la vista, suo papà taglialegna che ha lasciato la Macedonia per poterlo curare in Toscana, l’antagonismo delle istituzioni che non riescono ad ottenere un pulmino con l’apposita assistenza e infine l’assistente: l’affettuoso nonnino Romano che tutti i giorni si sostituisce allo scuolabus per permettere a Jaffer, il suo nipotino adottivo, di andare a scuola.
NONNO ADOTTIVO
Sveglia alle 07.30: barba, caffè, cappotto e cappello, e poi via, verso casa di quel bimbo che lo attende zaino in spalla. La mattinata di Romano è scandita dai ritmi di un nipotino che ha incontrato per caso quando la famiglia di Jaffer è diventata sua vicina di casa, e di cui ha deciso di farsi carico di tutte le sue difficoltà. Ogni mattina percorre la strada che lo separa dalle valli del comune di Montemugnaio alla scuola più vicina, a Pelago, per fare entrare a scuola Jeffer prima della campanella. Alle 8.20, puntuali.
Davanti scuola Romano fa scendere Jaffer, lo sostiene, a braccetto o per mano lo accompagna fino al portone, aspetta che il bambino con le dita riconosca i suoi compagni di classe per salutarli tutti, senza sbagliarne nemmeno uno. Solo allora si allontana, per poi fare la stessa cosa all’orario di uscita, alle 16.
Più di 60 km al giorno, con la determinazione e l’ostinazione che solo i nonnini sanno avere, perché proprio non riusciva a rassegnarsi al fatto che la fredda burocrazia non fosse riuscita a incaricare un accompagnatore per il piccolo studente di 6 anni.
NONNO ADOTTA BAMBINO CIECO
Una storia di generosità e affetto, in cui la solidarietà,e la vicinanza umana sono riuscite ad arrivare là dove non avevano potuto le istituzioni, bloccate in mezzo a cavilli legali e procedurali. Come spesso accade.
Tuttavia il compito di Romano non si esaurisce nel suo ruolo di autista. Disperato per le condizioni del piccolo Jaffer, che non può vedere il mare, o i fratellini, o la natura intorno, proprio come un nonno biologico si è fatto carico delle cure portandolo con la sua pensione dal miglior oculista dell’ospedale Careggi di Firenze. Sempre vicino alla famiglia di Jaffer, venuta dalla Macedonia proprio per provare a fargli recuperare la vista. Una famiglia umile, composta da una mamma casalinga e da un papà che lavora nei boschi come taglialegna. Il sogno di Romano è quello che un giorno il piccolo riesca a vedere la bellezza del mondo.
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ROMANO NONNO ADOTTIVO
Quel che è certo è che Romano, da solo, non riesce a fare fronte a tutte le esigenze di Jaffer, e dunque ha opportunamente segnalato la vicenda al sindaco del comune di Montemugnaio, proprio affinché il suo gesto, bellissimo, non sia vano, e si possano sistemare le criticità e le lacune burocratiche dei servizi di assistenza. Permettendo anche agli altri piccoli Jaffer di usufruire di tutto l’aiuto possibile da parte delle istituzioni.
Di sicuro, nonostante l’amministrazione comunale si sia attivata per fornire tutto l’aiuto e l’assistenza possibile a Jaffer e alla sua famiglia, nonno Romano non ha intenzione di abbandonare la sua routine e il suo nipotino adottivo. Continuerà ad accompagnarlo a scuola, chiedergli come sta e non sentire la sua risposta, perché, come afferma «è un po’ sordo».
(L’immagine in evidenza è uno screenshot del video di CorriereTV, mentre quella a corredo del testo è tratta dal Corriere Fiorentino)
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