Per la Banca mondiale sta aumentando il rischio di nuove crisi finanziarie

Analizzando le prospettive semestrali dell’economia globale, l’Istituzione internazionale è giunta alla conclusione che l’accumulazione di debito da parte dei Paesi in via di sviluppo, la più grande degli ultimi 50 anni, potrebbe portare a nuovi sconvolgimenti

I RISCHI DELL’INDEBITAMENTO

Negli ultimi 50 anni non c’è mai stato un livello di indebitamento pari a quello attuale. Una condizione che mette in serio pericolo l’economia globale, che rischia di cadere in nuove crisi finanziarie. È questa la diagnosi espressa dalla Banca mondiale che, esaminando le prospettive semestrali, è giunta alla conclusione che l’accumulazione di debito che ha contraddistinto i Paesi in via di sviluppo potrebbe pregiudicarne la loro capacità di resistere ad eventuali shock esterni, innescando crisi sistemiche.

NUOVA CRISI FINANZIARIA

Le preoccupazioni della Banca mondiale nascano dallo studio delle recenti crisi finanziarie. Questi eventi, infatti, sono sempre stati preceduti da un eccessivo indebitamento, che proprio in questi mesi ha toccato livelli mai raggiunti negli ultimi 50 anni. L’accumulo di questi debiti nella crisi del 2010 era localizzata maggiormente nei Paesi emergenti e non in quelli avanzati: una situazione che si sta ripetendo.

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ECCESSIVO DEBITO

In circa l’80% delle economie emergenti e in via di sviluppo, rivela l’Istituzione, il debito totale registrato nel 2018 è addirittura più alto rispetto a quello del 2010. Nello specifico l’ultima ondata di indebitamento è stata più grande, più veloce e più ampia delle precedenti e rappresenta una tendenza a “navigare in acque pericolose”.

I RISCHI DELL’INDEBITAMENTO

Questa tendenza, in Paesi come la Cina e il Brasile, è stata incentivata da tassi di interesse molto bassi che rendendo i debiti più gestibili. L’aspetto davvero preoccupante è però che l’indebitamento non sta producendo i risultati sperati, anzi. La crescita prevista auspicata, infatti, è rimasta un lontano miraggio e nell’ultimo decennio si sono susseguite una serie di cocenti delusioni. “I bassi tassi di interesse globali – ha spiegato al Guardian il funzionario della Banca mondiale Ayhan Kose – forniscono solo una protezione precaria contro le crisi finanziarie. La storia delle passate ondate di accumulazione del debito mostra che questa tendenza porta a finali infelici”. Per questa ragione, per il funzionario della Banca mondiale, è necessario che le diverse autorità nazionali si impegnino a ridurre al minimo i rischi associati all’attuale ondata di debito approvando riforme strutturali. Altrimenti, le capacità di reazione a shock esterni dei Paesi con un alto tasso di indebitamento diventerà sempre più velocemente prossima allo zero.

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