Finalmente ci siamo. Da sabato 1° settembre sono scomparse definitivamente tutte le categorie di lampadine a incandescenza che dovranno essere sostituite da quelle compatte (alogene e fluorescenti) e a led. Una vera rivoluzione entra nelle nostre case, dopo 130 anni di dominazione della tecnologia introdotta dal grande Thomas Alva Edison. Ma che cosa cambia, in concreto, dal punto di vista dei consumi, dei costi e dell’ambiente? Andiamo con ordine.
Il primo effetto sarà quello di ridurre i consumi energetici e gli sprechi. Le nuove lampadine, infatti, presentano un abbattimento dei costi in bolletta attorno al 70 per cento, e secondo i calcoli degli esperti dell’Unione europea di tradurranno in un risparmio annuo tra i 25 e i 50 euro, considerando una media di accensione per ciascuna lampadina di circa 7 ore al giorno. Complessivamente è come se nei paesi dell’Unione si riducesse il consumo di energia pari a quello di un intero paese come la Romania. Ma non basta. Le lampadine tradizionali sfruttano soltanto il 5-10 per cento dell’energia che consumano, il resto viene disperso nella rete sotto forma di calore: con i nuovi modelli lo sfruttamento sale al 65-80 per cento e diminuirà così una delle fonti di surriscaldamento del pianeta.
In secondo luogo la rivoluzione della lampadina in casa avrà una serie di effetti benefici sull’ambiente, e in particolare su una significativa riduzione dell’inquinamento. Basta un numero per rendere l’idea: sostituendo una lampadina a incandescenza da 75 w con una a risparmio energetico da 15 w le emissioni di anidride carbonica crolleranno dell’80 per cento. È chiaro che la nuova tecnologia ha un costo, ma si tratta di una spesa che viene ammortizzata nell’arco dei primi quattro anni di uso delle lampadine sostituite che, tra l’altro, hanno durata media pari al doppio di quelle precedenti.
Per orientarsi in una vera giungla di proposte e di offerte, non c’è bisogno di diventare grandi esperti di consumi energetici e la rete offre una serie di siti specializzati nel selezionare le varie proposte. Un ottimo esempio è il sito www.eurotopten.it che seleziona e confronta le offerte non solo di lampadine ma dell’intera gamma degli elettrodomestici. Infine, il cambio di tecnologia è una straordinaria opportunità per l’industria del made in Italy, molto avanzata in questo settore, che potrà sfruttare al meglio la nuova domanda di modelli puntando anche a vincere la sfida del design, un aspetto essenziale dell’illuminazione domestica.
Un’ultima raccomandazione: le lampadine a incandescenza che stiamo eliminando non vanno gettate nella spazzatura, in nessun contenitore dei rifiuti. Contengono sostanze tossiche, a partire dal mercurio, e dunque bisogna depositarle nei luoghi appropriati. In diversi centri della grande distribuzione esistono punti di smaltimento delle vecchie lampadine, e in ogni caso per saperne di più è sufficiente dare un occhio al sito www.ecolamp.it. Basta poco, come vedete, per risparmiare, migliorare l’ambiente e alimentare una nuova, sana crescita economica.
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