OBIKE ROMA BIKE SHARING
Sono passati esattamente 10 anni da quando, nel 2008, la città di Roma ha provato a seguire le orme delle grandi capitali europee investendo nel bike sharing. Una mossa strategica per promuovere la mobilità sostenibile in una città che rischia di affogare nel traffico. Oggi, nel 2018, il progetto sembra definitivamente fallito: il servizio promosso dal comune, come si legge nel sito del Campidoglio, è “attualmente non disponibile”, e oBike, il sistema di condivisione di biciclette attivo nella Capitale, ha sospeso il servizio. La società di Singapore, in evidenti difficoltà finanziarie, ha deciso infatti che lascerà Roma e molte altre città in Italia. Il motivo, secondo diverse indiscrezioni, sarebbe legato ai numerosi atti di vandalismo che renderebbero insostenibile il servizio. Al momento qualche bici è ancora in giro per la città, ma la società incaricata le sta ritirando facendo diventare la Città Eterna l’unica capitale europea a non mettere a disposizione di cittadini e turisti un servizio di bike sharing.
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BIKE SHARING ROMA
Va premesso che Roma non è la città ideale dove far proliferare un servizio del genere. Ci sono una serie di criticità che stritolano gli amanti delle due ruote “condivise”. In primis la Capitale è la città dei sette colli con salite che rincorrono discese, delle piccole vie, del traffico impazzito e delle piste ciclabili pressoché inesistenti. Elemento quest’ultimo che rappresenta una grave colpa delle amministrazioni capitoline che si sono susseguite in questi anni e che, in campagna elettorale, hanno promesso “rivoluzioni” su due ruote ma che poi arrivate alla prova dei fatti non sono state in grado di dare seguito alle promesse. A questi problemi di sistema si aggiunge il preoccupante morbo del vandalismo che nella Città Eterna sembra essere diventato una piaga endemica, quasi incurabile.
Stando ai dati diffusi da oBike, che è arrivata a Roma ‘solo’ nel dicembre del 2017, in questo lasso di tempo sono state tantissime le bici sparite dai radar e altrettante quelle danneggiate, smontate, private dei sellini. E, per non bastare, sono state altrettante le due ruote lanciate nel Tevere, come documenta un video pubblicato lo scorso luglio, o abbandonate nei luoghi più insoliti per il solo gusto di arrecare un disagio alla comunità. Cittadinanza che in molte occasioni, anche tramite un lavoro di testimonianza sui social, dimostra la voglia di invertire la tendenza e di isolare quella fastidiosa minoranza di ‘barbari’ che contribuisce all’immagine deleteria di una Roma sporca, disordina, incivile, senza speranza.
VANDALISMO ROMA
E pensare che nel luglio 2018, la società di Singapore aveva annunciato il traguardo delle 4mila corse al giorno in ogni angolo della città e 23 mila utenti iscritti al servizio. Numeri molto positivi che, però, se le indiscrezioni dovessero essere confermate, non sarebbero in grado di compensare l’ondata di inciviltà e vandalismo. In una recente intervista all’Agi, il manager italiano di oBike, Andrea Crociani, commentava in questo modo il video della bicicletta lanciata nel fiume: “Non riesco a spiegarmi le ragioni di un gesto così insensato, noi riteniamo le biciclette condivise un arredo urbano e un bene di tutti. Sappiamo che la maggior parte delle persone vuole un servizio così. Ma questi gesti, anche se isolati, danneggiano tutti”.
Con questa ennesima pessima notizia i romani rischiano di perdere un servizio che ha dimostrato in tutto il mondo di essere molto utile per quanto riguarda la mobilità cittadina e che ha innegabili effetti positivi su ambiente e salute. E invece, come ormai troppo spesso accade nella Capitale, alla stragrande maggioranza di cittadini per bene non rimarranno che le inutili carcasse di biciclette abbandonate in strada, e un mortifero senso di rassegnazione. Ragione per la quale diventa sempre più importante l’intervento delle Istruzioni che, in collaborazione con la cittadinanza, hanno il dovere di diffondere la cultura della sharing economy e dell’autodisciplina. “C’è una grande parte di città perbene che usa il nostro servizio – spiegava qualche tempo fa Andrea Crociani – Centinaia di persone fanno foto ai disservizi per denunciarli, quello che chiedo loro è non solo di fare le foto postarle sui social, ma segnalarci i casi. Potremo migliorare ancora il servizio. Ma vorrei fare un invito. Noi paghiamo decine di multe per le bici messe in posti in cui non dovrebbero stare. Fotografarle non basta, sono bici piuttosto leggere e spostarle invece di ignorarle non costa molta fatica. Ci sono persone perbene che già lo fanno, è un gesto di civiltà”. La speranza è che questo consiglio rimanga un monito per il futuro e che permetta a Roma, con l’aiuto di tutti, di ricominciare a pedalare.
Foto tratte da diversi profili Facebook.
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