Quasi la metà delle donne italiane non lavorano. E la situazione non ha fatto altro che peggiorare con la pandemia. Le donne, infatti, sono state quelle che hanno pagato il prezzo più alto sul lavoro. Perdendo il posto oppure vedendo aumentare (circa 15 ore alla settimana) il carico del lavoro domestico con i figli a fare lezioni per la scuola da casa.
OCCUPAZIONE FEMMINILE
L’ingresso delle donne sul mercato del lavoro in Italia è il più basso di tutti i paesi dell’Unione europea. Ed è il peggiore del mondo industrializzato, se si escludono due paesi, il Messico e la Turchia, che certo non possono essere considerati buoni esempi per come vengono trattate le donne sul lavoro e nella vita privata.
DONNE NEL MONDO DEL LAVORO
A questa pesantissima forma di discriminazione, che si traduce anche in un enorme spreco sul nostro famoso prodotto interno lordo che dovremmo fare crescere per mettere ordine nei conti pubblici, si aggiunge un ulteriore gap di genere. Secondo l’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere, tra il 2010 e il 2018, la diseguaglianza uomini-donne in Italia è aumentata di dieci punti, più di qualsiasi altro paese europeo.
PER APPROFONDIRE: Lavoro domestico, per le donne vale cinque ore al giorno. Ma allora perché non farselo pagare?
L’Istituto ha classificato l’Itali al 13° posto in Europa, dietro la Francia e la Spagna, mentre i posti negli asili nido, pubblici e privati, sono disponibili solo per il 26 per cento dei bambini sotto i tre anni. In Francia e in Spagna questa percentuale supera il 50 per cento.
COME AIUTARE DAVVERO LE DONNE CHE LAVORANO:
- Voucher per i servizi alla persona. Un aiuto alle donne che lavorano
- Islanda, approvata la legge che obbliga le aziende a pagare lo stesso stipendio a uomini e donne
- Bonus mamma dal 1° gennaio, nuova fregatura per le donne. È legge, ma nessuna lo ha avuto
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