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OGGETTI DA UTILIZZARE MEGLIO
Dieci oggetti, soltanto dieci, che se fossero utilizzati con un pizzico di buonsenso in più, potrebbero davvero migliorare le nostre vite. In attesa di conoscere quale sarà la prossima tassa green, dopo il pasticcio della legge per i bioshopper nei supermercati, che andremo a pagare per ridurre i rifiuti più a rischio inquinamento, potremmo iniziare l’anno con qualche nuova ed efficace abitudine. In fondo, la sostenibilità, quella autentica e quotidiana, siamo noi. E nessuno potrà farla piovere nelle nostre case per legge o per decreto.
NON SPRECARE GLI OGGETTI DI USO COMUNE
Dunque, tanto vale fare un piccolo sforzo e imparare, con leggerezza, a ridurre l’uso quotidiano dei più importanti vettori di inquinamento. È semplice, non costa nulla, e bisogna almeno provarci. Nell’interesse di tutti.
FAZZOLETTINI DI CARTA
Il rito della scorta si consuma innanzitutto al bar: il cliente arriva al banco, ordina il caffè e poi, zac, sfila dalla macchinetta la sua dose di tovagliolini. In America sono in media 2.200 all’anno, per ogni cittadino. Come evitare lo spreco? Guardate il cestino e capirete tutto al volo. Di piccoli fazzoletti di carta ne basta uno, se serve, e con quelli che avanzano divertitevi a fare origami.
BUSTINE DI ZUCCHERO
La metà dello zucchero in bustina, compresa la carta, finisce nella spazzatura. Ricordate che l’eccesso di zucchero fa male, e la media italiana di 17 cucchiaini al giorno è troppo alta. Meglio servirsi con la zuccheriera, riduce il consumo, e abituarsi a qualche alternativa con dolcificanti naturali. Dal miele alle piantine di stevia.
CANNUCCE
I loro residui si ritrovano puntualmente nella pancia dei pesci. Anche in questo caso è l’America a guidare la classifica: se ne utilizzano 500 milioni al giorno, tutte usa-e-getta. Gli americani bevono qualsiasi cosa con il ghiaccio, così non possono fare a meno delle cannucce. E noi? Se proprio non ci volete rinunciare, scegliete quelle in acciaio, senza piombo e sicurissime per i bambini.
BOTTIGLIE DI PLASTICA
Nella graduatoria dei 32 rifiuti di plastica che compaiono ogni chilometro quadrato delle nostre spiagge, al primo posto ci sono le micidiali bottigliette. Evitatele. Preferite sempre l’acqua minerale in vetro, non snobbate l’acqua del rubinetto, e ricordate che il riutilizzo delle confezioni in pet è sconsigliato. Meglio smaltirle in modo corretto.
TAPPI DI PLASTICA
Se siete schiavi delle bottigliette di plastica, e non riuscite a superare questa forma di dipendenza, almeno salvate i tappi. Ci sono molte associazioni di volontari (una è la Giovanni XXIII) che si occupano di ritirali e venderli. Con il ricavato a Brescia, per esempio, hanno finanziato perfino i rifornimenti di cancelleria per gli alunni di scuole in periferia.
BICCHIERINI PER IL CAFFÈ
In Gran Bretagna stanno pensando a una tassa, trenta centesimi, per ridurre uno scempio: 25 miliardi di bicchierini infilati nell’immondizia, dei quali solo lo 0,25 viene riciclato. In Italia una cosa del genere sarebbe disastrosa, anche perché ormai un consumatore su due beve l’espresso della macchinetta. Sappiate che il monouso non è più igienico e altera il sapore del caffè.
DOGGY BAG
Avete presente la quantità del cibo che, nei ristoranti, finisce nella spazzatura? Circa un terzo delle ordinazioni dei clienti. E allora non siate refrattari all’uso della doggy bag: per il momento la utilizzano solo il 20 per cento degli italiani, mentre in Francia è obbligatoria per i ristoranti con più di 180 posti a sedere. Tra l’altro, una volta scoperta, la doggy bag può entrare anche nelle scuole, nelle mense e negli ospedali.
COTTON FIOC
Un altro simbolo del mare-pattumiera. Sulle spiagge italiane, nascosti nella sabbia, ci sono 100 milioni di cotton fioc (il dato è dell’Enea), e il governo ha appena introdotto l’obbligo di usare solo quelli biodegradabili. Comunque tenete presente che pulirsi con frequenza le orecchie con i bastoncini di cotone è sbagliato e dannoso. Il cerume, tanto per cominciare, protegge il canale uditivo.
PIATTI, POSATE BICCHIERI DI PLASTICA
Per scoraggiare una cattiva abitudine degli stili di vita usa-e-getta basterebbe ricorrere all’estetica. Una tavola apparecchiata con oggetti di plastica è davvero brutta, e perfino triste. Sarà una coincidenza, sarà un riflesso condizionato, resta il fatto che il principale errore degli italiani con la differenziata è quello di infilare posate di plastica nell’umido. Come se fossero avanzi di cibo.
CARTONI PER LE PIZZE
La febbre del food delivery ha ormai contagiato 10 milioni di italiani. Il rischio è di ritrovarci con i bidoni dell’immondizia sempre più intasati dai cartoni per l’imballaggio del cibo. La soluzione? Basta chiedere di essere serviti con contenitori per il cibo da asporto che possono essere riconsegnati. I nuovi modelli sono anche isotermici, e la pizza non arriva fredda e con la mozzarella stopposa.
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