Le olive nere sono molto richieste sul mercato alimentare. Preziose per le insalate, per il condimento dei secondi, dalla carne al pesce, e anche per la pasta (pensate alla famosa “puttanesca”). A fronte di tanta domanda, che potete misurare entrando in un supermercato e notando quante offerte ci sono negli scaffali dedicati alle olive, la produzione di olive nere naturali è molto discutibile, e rischia di ridursi a uno spreco.
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Che cosa sono
In fondo, le olive nere altro non sono che olive verdi portate a maturazione sull’albero. E già questo è un costo aggiuntivo per chi produce e commercializza questo genere di olive. Inoltre le olive nere naturali, facilmente riconoscibili in quanto dall’aspetto raggrinzito e dal gusto pronunciato, maturano a ritmi diversi, e quindi la raccolta non può avvenire in un un’unica soluzione.
Il colore che arriva dalla chimica
Di fronte a questa montagna da scalare, le industrie che producono olive nere, salvo rare eccezioni, hanno scelto la scorciatoia del trattamento chimico, con il quale il colore che vediamo quando le compriamo non è più naturale, ma artificiale. Il processo è il seguente: le olive verdi vengono immerse in bagni di soda, e poi in salamoia, prima di finire in una soluzione a base di gluconato ferroso.
Il gluconato ferroso
Grazie all’uso del gluconato ferroso (che ha la sigla E579), un sale a base di ferro che produce una reazione di ossidazione, le olive assumono un colore nero, quello gradito al consumatore, che però pensa di acquistare olive nere naturali, non trattate chimicamente.
Tutto regolare?
C’è da dire che il gluconato ferroso non è tossico, ed è indicato in etichetta, con una certa dose legale di sciagurata ipocrisia, come uno “stabilizzante” e non un “colorante”, definizione che potrebbe spaventare i consumatori. Che a questo punto hanno solo un’arma di difesa: leggere le etichette delle olive nere che acquistano e controllare se, tra gli ingredienti, c’è anche il gluconato ferroso, o altre sostanze come il lattato di ferro (E585). In questi casi è preferibile non comprarle.
L’indagine di Salvagente
Il periodico Salvagente ha fatto una verifica esaminando le confezioni di 15 scatole di olive nere vendute in tutti i supermercati italiani. La conclusione, sintetizzata nella tabella che pubblichiamo, è che per quasi tutte le confezioni, salvo quelle biologiche, viene utilizzata la chimica, e in particolare il gluconato ferroso, per arrivare al colore nero così gradito ai consumatori.
MARCA E NOME COMMERCIALE
|
GLUCONATO FERROSO (E579) |
Almaverde bio Olive Nere “Peranzana” Bio Denocciolate | NO |
Carrefour Classic Olive Nere Denocciolate Asciutte | SI |
Conad Olive nere snocciolate in salamoia | SI |
Consilia Olive nere denocciolate | SI |
Coop Olive nere cacerena snocciolate | SI |
Coop Spesotti Olive nere senza nocciolo | SI |
D’Amico Olive nere snocciolate in salamoia | SI |
Esselunga, olive nere denocciolate in salamoia | SI |
Eurospin Variagusto Olive nere denocciolate | SI |
La Selva Olive nere al forno denocciolate bio | NO |
Naturasi Bio Organica Italia Olive nere denocciolate | NO |
Neri Olive nere snocciolate | SI |
Ponti Olive nere snocciolate | SI |
Saclà Olive nere Si | SI |
Todis Bontà dell’orto Olive nere a rondelle | SI |
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